Yearly Archives: 2016

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Contenere i costi aziendali si può. Bene è prevedere il programma di sorveglianza sanitaria e attuare le misure di prevenzione adeguate

Malattie professionali, i settori più a rischio rimangono l’edilizia e l’industria. A dirlo è l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi (Anmil) che riferisce in un rapporto pubblicato a fine novembre 2016 come “l’ambito con il più alto tasso di pericolosità resta quello dell’edilizia. Con una media di circa 3 nuovi malati denunciati ogni giorno negli ultimi due anni il settore – si legge – assorbe un terzo di tutti i nuovi casi in Lombardia”.  E’ noto che in edilizia prevale il rischio di malattie croniche legato a movimentazione manuale dei carichi, rumori, vibrazioni polveri e sostanze chimiche.

Alla luce di tutto ciò appare evidente che per un’azienda edile trascurare la denuncia di malattie professionali tra i propri dipendenti non è opportuno e potrebbe portare a una considerevole lievitazione dei costi aziendali.

In caso di ispezione da parte dell’autorità competente potrebbe accadere, infatti, che i tecnici della prevenzione dell’ATS (Agenzia di Tutela della Salue) dopo aver visionato la documentazione relativa alla prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ovvero il Documento di valutazione dei rischi (Dvr) e il Piano operativo di sicurezza (Pos), e riscontrando l’omissione dell’indicazione di specifiche procedure atte a prevenire nei lavoratori le malattie professionali tipiche, decidano di proseguire con un’indagine più approfondita sui motivi della mancata presenza di lavoratori con patologie professionali segnalate e di conseguenza optino di sanzionare l’azienda, facendo emergere la responsabilità del datore di lavoro nella causa di un danno alla salute di uno o più lavoratori. A questo punto la mancata denuncia di malattia professionale da parte dell’azienda potrebbe diventare anche causa di un rinvio a giudizio per l’inadempienza commessa. In questo caso il datore di lavoro si troverà a dover pagare sia la sanzione dell’ ATS per le omissioni riscontrate nella compilazione di Dvr e Pos, sia le spese legali per il rinvio a giudizio. Ne consegue un considerevole aumento di costi aziendali che, a conti fatti, va ben oltre l’entità di costi da sostenere per la corretta e completa compilazione di Dvr e Pos e l’attivazione di un programma di sorveglianza sanitaria rispettoso delle norme previste dal Legislatore.

L’aggiornamento formativo per lavoratori, dirigenti, preposti e datori di lavoro Rspp è da fare entro l’11 gennaio 2017

Ultime settimane per mettersi in regola con l’aggiornamento formativo. E’ il prossimo 11 gennaio 2017, infatti, il termine ultimo per concludere gli aggiornamenti per lavoratori, dirigenti, preposti e datori di lavoro Rspp che sono stati formati entro l’11 gennaio 2012, data in cui entrarono in vigore gli Accordi Stato-Regioni del 21 dicembre 2011. Per coloro che avevano eseguito la formazione prima dell’11 gennaio 2007, invece, il termine di obbligo entro il quale aggiornarsi nuovamente è stato l’11 gennaio 2013. La normativa, infatti, prevede l’aggiornamento formativo dei lavoratori in un arco temporale di cinque anni. Per tutti, lavoratori, preposti e dirigenti, la durata minima dell’aggiornamento formativo previsto è di 6 ore. Inoltre l’art. 9 dell’Accordo del 21 dicembre 2011 per la formazione dei lavoratori precisa che “Nei corsi di aggiornamento dei lavoratori non dovranno essere riprodotti meramente argomenti e contenuti già proposti nei corsi base, ma si dovranno trattare significative evoluzioni e innovazioni, applicazioni pratiche e/o approfondimenti che potranno riguardare:

  • approfondimenti giuridico – normativi
  • aggiornamenti tecnici sui rischi ai quali sono esposti i lavoratori
  • aggiornamenti su organizzazione e gestione della sicurezza in azienda
  • fonti di rischi e relative misure di prevenzione.

Quello dell’aggiornamento formativo obbligatorio è dunque un’occasione per mantenere adeguati gli standard di formazione in ordine alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Del resto il Decreto Legislativo 81/2008 all’art. 37 sottolinea il ruolo centrale della formazione alla sicurezza per la prevenzione di incidenti e malattie professionali e indica la necessità di un aggiornamento periodico in relazione all’evoluzione della normativa e all’evoluzione dei rischi.

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Cassa Edile di Mutualità e Assistenza: per i lavoratori iscritti vantaggi e opportunità

L’iscrizione alla Cassa Edile di Mutualità e Assistenza è importante. Porta numerosi vantaggi al lavoratore che può richiedere le prestazioni a lui dedicate.

Ecco come fare. Basta collegarsi al sito www.cassaedilemilano.it e tramite la funzione informatica “Richiesta prestazioni” dell’area dei Servizi on-line si può inviare la propria richiesta, in alternativa occorre compilare correttamente gli appositi moduli scaricabili dal sito. Per ogni richiesta il modulo deve essere compilato, firmato e spedito in originale, insieme ai documenti indicati in ciascuna domanda di prestazione, presso una delle sedi Cassa Edile.

L’iscrizione alla Cassa Edile garantisce al lavoratore il pagamento di ferie, gratifica natalizia e anzianità professionale edile, così come previsto dai contratti collettivi nazionali e territoriali dell’edilizia. Inoltre è prevista la possibilità di richiedere rimborsi per spese mediche, scolastiche per il lavoratore e la sua famiglia che costituiscono le prestazioni assistenziali integrative del reddito. Cassa Edile, al lavoratore iscritto, garantisce un’annuale fornitura di indumenti e calzature da lavoro, un premio di anzianità aziendale, il così detto “Premio fedeltà”, se il lavoratore è alle dipendenze della stessa impresa da almeno otto anni e l’impresa risulta iscritta in Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza per lo stesso periodo. Se il lavoratore cambia impresa o si sposta da una provincia all’altra e da una Cassa Edile all’altra sul territorio nazionale, i trattamenti economici previsti dal contratto e le prestazioni assistenziali integrative a lui dovute sono assicurati grazie agli specifici accordi stipulati tra le varie Casse Edili presenti in Italia. In caso di versamenti dovuti al lavoratore da parte dell’impresa e non effettuati, la tutela è esercitata dall’azione di recupero che gli uffici Cassa Edile mettono in atto nei confronti delle imprese inadempienti. Il pagamento al lavoratore sarà erogato successivamente, a recupero avvenuto.

Cassa Edile provvede anche alla gestione gratuita dell’accantonamento dei contributi per la pensione integrativa di categoria (Fondo Prevedi) e all’eventuale cessione del credito del quinto dello stipendio. Infine per i lavoratori iscritti a Cassa Edile è prevista la partecipazione gratuita sia a tutti i corsi di formazione alla sicurezza erogati dal Comitato Paritetico Territoriale (CPT) www.cptmilano.it, sia a quelli finalizzati alla crescita professionale erogati dall’ Ente Scuola Edile Milanese (ESEM), www.esem.it.

Regione Lombardia. Varata il 15 novembre 2016 la Linea guida regionale sulla stima e gestione del rischio da esposizione da formaldeide

La Regione Lombardia approva il Decreto “Linea guida regionale sulla stima e gestione del rischio da esposizione da formaldeide: razionalizzazione del problema e proposta formativa”.

Varato il 15 novembre 2016 il documento è correlato al “Piano regionale 2014 – 2018 per la tutela della salute sicurezza nei luoghi di lavoro”. A disposizione soprattutto di datori di lavoro e medici competenti protagonisti, in prima battuta, nell’elaborazione della valutazione dei rischi in azienda.

E’ noto che la formaldeide, classificata dall’ International Agency for Research on Cancer (Iarch) “Cancerogeno di categoria B1”, si trova normalmente allo stato gassoso, è incolore, dall’odore penetrante ed è presente anche in prodotti per l’ edilizia.

Le linee guida approvate sono ritenute dalla Regione un “valido riferimento per una efficace valutazione prima, e gestione poi, del rischio connesso all’esposizione dei lavoratori a formaldeide attraverso la definizione di valori guida e la programmazione razionale del monitoraggio ambientale”.

Per il datore di lavoro è “previsto l’obbligo di istituire e aggiornare il registro degli esposti e curarne la tenuta per il tramite del Medico Competente solo in presenza di un rischio per la salute evidenziato; a cura di quest’ultimo è l’adeguamento del protocollo di sorveglianza sanitaria”.

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L’azione di prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro si fa dialogando, in collaborazione con tutte le figure della sicurezza

Un approfondimento sull’importante tema della tutela della salute in edilizia e della corretta gestione dei rischi per prevenire l’insorgere di possibili malattie professionali.

Il seminario si è svolto stamattina presso la sede di Assimpredil in via S. Maurilio, 21 a Milano. Titolo: La tutela della salute in edilizia e le malattie professionali: momento di confronto. Presentati da Alfonso Cioffi dell’Ufficio Sicurezza sul Lavoro di Assimpredil sono intervenuti Enzandrea Prandi e Gabriella Zanoni di ATS – Città Metropolitana di Milano, Franco Frangi ATS Brianza, Silvia Podestà e Lorenzo Polo dell’Inail di Milano.
Una platea variegata formata prevalentemente da datori di lavoro, dirigenti, Rspp, preposti, tecnici della prevenzione, Rls e Rlst. Filo conduttore di tutti gli interventi il ruolo del medico competente nel suo rapporto con il datore di lavoro, nella sorveglianza sanitaria e nella valutazione dei rischi. Figura centrale non solo per le visite ai lavoratori ma anche per l’apporto richiestogli in fase di predisposizione del documento di valutazione dei rischi (Dvr), considerando la sua particolare competenza riguardo le tematiche igienico sanitarie di rischio nei luoghi di lavoro. Un medico competente che viene coinvolto dal datore di lavoro sulle azioni di prevenzione e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e bene conosce l’ambiente di lavoro. “E’ innegabile – ha spiegato Cioffi – che Il Testo unico sulla sicurezza D.Lgs 81/08 pone la salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro al centro. L’obiettivo, dunque, è quello di riportare l’attenzione su questi temi per riflettere anche sugli elementi più legati alla prevenzione e alla salute dei lavoratori”. 

L’incremento delle malattie professionali registrato negli ultimi anni porta infatti a considerare in modo più attento gli aspetti di cultura della prevenzione rispetto a quelli della sicurezza tout court, per inquadrare tutti gli interventi messi in atto in una visione collaborativa e di confronto tra tutti i soggetti che con il datore di lavoro sono coinvolti nel processo di prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Oggi, per contrastare l’aumento dei costi di gestione di infortuni e malattie professionali è necessario imparare a gestire in modo virtuoso il sistema di prevenzione e sicurezza partendo anzitutto da una compilazione corretta e dettagliata del Documento di valutazione dei rischi (Dvr), del Piano operativo di sicurezza (Pos) e del Piano di sicurezza e coordinamento (Psc).

Prandi ha illustrato la relazione sull’attività di vigilanza del gruppo di lavoro “Igiene del lavoro e sorveglianza sanitaria in edilizia” della ex Asl di Milano. Emerge l’importanza di predisporre la documentazione richiesta (Dvr, Pos e Psc) in modo preciso e non generico, in quanto essi devono rilevare i pericoli e identificare con precisione i rischi previsti nelle varie fasi di lavoro, prevedendo accorgimenti e modalità organizzative per lo svolgimento delle mansioni con l’obiettivo di  limitare al massimo il rischio per il lavoratore. Zanoni ha parlato dell’attivita tecnico sanitaria nei cantieri di lunga durata mettendo in evidenza l’importanza di indagare e ricostruire le dinamiche degli episodi in cui fortunatamente l’incidente non è accaduto, i così detti infortuni mancati, con un accento anche sulle responsabilità dei lavoratori soprattutto quando da parte del datore di lavoro sono stati rispettati tutti gli obblighi di informazione e formazione, di fornitura di attrezzature e dispositivi di protezione individuale. Frangi ha illustrato l’esperienza dell’ATS Brianza che lavora prevalentemente attraverso la predisposizione dei Piani mirati di prevenzione e dove l’attività di assistenza e quella di vigilanza demandata dal legislatore all’Agenzia di tutela della Salute si coniugano. Gli interventi di Podesta e Polo dell’Inail hanno messo in luce la nuova missione dell’Inail focalizzata sulla promozione della cultura della prevenzione e del benessere organizzativo nei luoghi di lavoro, con la promozione degli stili di vita tra lavoratori e cittadini. Illustrato l’andamento nell’ultimo quinquennio di infortuni, in diminuzione, e delle malattie professionali, in aumento, dovuto al fatto che sempre più le denunce di malattia professionale provengono da diverse fonti: non solo dal medico competente, ma anche dai medici di base, dagli ospedalieri e dal personale sanitario delle Uooml, l’Unità Operativa Ospedaliera di Medicina del Lavoro.

Riunione periodica. Anello debole per le azioni di prevenzione, salute e sicurezza dei Rlst nella sorveglianza sanitaria, quando l’impresa ha meno di 15 dipendenti

Il ruolo del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori (Rls – Rlst) nella sorveglianza sanitaria è importante. Il D.Lgs 81/08 all’art. 50 prevede che il Rlst sia “consultato sulla scelta del medico competente oltre che sulla designazione del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione …. e, preventivamente e tempestivamente, in ordine alla valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità produttiva”. Ancora, l’art. 2 definisce la “sorveglianza sanitaria come l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.

La sorveglianza sanitaria non è, dunque, un’attività meramente clinica perché interviene sulla valutazione dei rischi e  sulla scelta e la riprogettazione delle misure che normalmente vengono effettuate in occasione della riunione periodica annuale.

Ma la domanda è: effettivamente Rlst e Rls sono consultati da parte del datore di lavoro per la nomina del medico competente? E poi, i rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori riescono a ottenere dal medico competente tutte le informazioni da veicolare ai lavoratori per la prevenzione, tutela della salute e sicurezza in ambiente di lavoro?

Analizzando gli esiti di un questionario distribuito ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori che hanno partecipato al seminario del 5 ottobre 2016 alla Casa degli Rls di Milano emerge che l’85% di coloro che hanno risposto alle domande dichiarano di non essere stati consultati sulla nomina del medico competente. In molti casi, per il 40% degli intervistati, il medico competente non illustra il protocollo sulla sorveglianza sanitaria al rappresentante per la sicurezza dei lavoratori. L’art. 25 del D.Lgs 81/08 stabilisce che il medico competente “comunica per iscritto, in occasione delle riunioni di cui all’art. 35 (riunione periodica n.d.r.) al datore di lavoro, al responsabile del servizio di prevenzione e protezione e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza i risultati anonimi e collettivi della sorveglianza sanitaria effettuata e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati ai fini della attuazione delle misure per la tutela della salute per l’integrità psico-fisica dei lavoratori”. In altre parole il medico competente una volta l’anno ha l’obbligo di illustrare alle figure aziendali della prevenzione una relazione sui risultati della sorveglianza sanitaria.

E, infatti, dal questionario citato emerge anche che il 58% ovvero la stessa percentuale rilevata per i casi in cui il medico competente illustra il protocollo sulla sorveglianza sanitaria, tale comunicazione avviene nell’ambito della riunione periodica. Dunque, se in un’azienda non si effettua la riunione periodica annuale – non prevista per legge in quelle con meno di 15 dipendenti – sarà molto probabile che il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non ottenga l’illustrazione dei risultati della sorveglianza sanitaria da parte del medico competente.

Altri dati significativi che emergono dal questionario citato riguardano la capacità o possibilità di interloquire con il medico competente da parte del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori. Troppo spesso, nel 40% dei casi, ciò non avviene. Così come risulta difficile al 39% degli intervistati avere agevole accesso ai dati della sorveglianza sanitaria. Tutto ciò rivela una difficoltà palese per il rappresentante della sicurezza dei lavoratori, soprattutto nelle realtà lavorative con meno di 15 dipendenti, ad agire il proprio ruolo nell’ambito della sorveglianza sanitaria e a contattare il medico competente, che normalmente si incontra solo durante la riunione periodica.

La mancata convocazione della riunione periodica è, dunque, l’anello debole della catena nelle azioni di prevenzione, salute e sicurezza specialmente quando i dipendenti dell’azienda sono pochi.

Per informazioni utili sul ruolo degli Rls nella sorveglianza sanitaria clicca qui.

 

Il ruolo di Rls e Rlst nella valutazione dei rischi

Ruolo degli Rls nella valutazione dei rischi è il titolo del seminario in programma per mercoledì 23 novembre 2016 presso il Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano, in Viale d’Annunzio 15. Si tratta del secondo appuntamento della stagione organizzato dalla Casa degli Rls di Milano.

Dopo il ruolo del Rls nella Sorveglianza Sanitaria affrontato nell’incontro del 5 ottobre 2016 è ora la volta del Documento di Valutazione dei Rischi

Gli incontri sono sempre molto interessanti e costituiscono un’occasione di confronto per i Rls e Rlst che vi partecipano. Con l’aiuto dei relatori durante la mattinata di mercoledì 23 novembre saranno messe a fuoco le tre direttrici di lavoro da intraprendere quando si tratta di valutare il rischio nei luoghi di lavoro. Si parlerà, dunque di partecipazione, personalizzazione e pesatura dei rischi  al fine di arrivare alla stesura di un documento di valutazione che sia valido e articolato,  con particolare riferimento al ruolo del Rappresentante per la salute e sicurezza dei lavoratori. Il Rlst, infatti, è tenuto a partecipare alla stesura del documento e deve essere consultato dal Datore di lavoro così come previsto all’art. 50 del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs 81/08).

Per leggere il programma e registrarti al convegno clicca qui.

 

Rimozione amianto, in arrivo il credito d’imposta per le aziende

E’ in arrivo per le aziende il credito d’imposta del 50% sulle spese sostenute per le operazioni di bonifica amianto

.In data 17 ottobre 2016 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 243 il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 15 giugno 2016 che definisce le disposizioni attuative di cui all’art. 56, comma 4, della Legge 28 dicembre 2015, n. 221.

Si riconosce un credito d’imposta ai oggetti titolari di reddito d’impresa, in relazione ai costi sostenuti per gli interventi di bonifica dell’amianto su beni e strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.

Il processo di presentazione delle domande da parte delle imprese inizierà in data 16 novembre 2016.
Le domande dovranno essere presentate dal titolare dell’impresa richiedente o dal legale rappresentante esclusivamente tramite il portale già presente alla pagina web www.minambienteamianto.ancitel.it, accessibile anche dalla home page del Ministero dell’Ambiente.
Sono già disponibili, le linee guida alla predisposizione delle domande e le domande frequenti (FAQ). Per ottenere maggiori informazioni è possibile rivolgersi al call center ai numeri di telefono 06/76291470 – 06/762914471.
Inoltre, per accelerare le operazioni di presentazione della domanda le imprese potranno registrarsi preventivamente al portale a partire dal 27 ottobre 2016.
I fondi complessivi messi a disposizione raggiungono quota 17 milioni di euro, distribuiti in tre anni per 5,6 milioni ad anno.
Le imprese potranno accedere all’agevolazione tramite il meccanismo della compensazione attraverso la corretta compilazione del modello F24 online. Il credito sarà assegnato sino ad esaurimento dei fondi a disposizione con il criterio dell’ordine cronologico di presentazione della domanda.

Per saperne di più clicca qui  e qui 

 

 

 

 

Per la Settimana europea della sicurezza sul lavoro Inail Lombardia propone la rassegna “Sguardi al lavoro”

24 – 28 ottobre. Settimana europea della sicurezza sul lavoro. A Milano – Spazio Oberdan in via Vittorio Veneto, 2. In collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana

Rassegna cinematografica a Milano-Spazio Oberdan per la Settimana europea della sicurezza sul lavoro. Si intitola “Sguardi al lavoro”. La rassegna è organizzata da Inail Lombardia in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana. Le proiezioni a ingresso libero avranno luogo in Viale Vittorio Veneto, 2 a Milano. Iniziata lunedì 24 ottobre 2016 la rassegna si concluderà domani. Ancora sei le proiezioni in programma con il seguente calendario: Giovedì 27 ottobre 2016 – ore 17 Un posto sicuro per la regia di Francesco Ghiaccio, alle 19 …E poi vincemmo l’oro di Massimiliano Sbrolla, alle 21 in anteprima Il successore di Mattia Epifani. Venerdì 28 ottobre 2016 – ore 17, Due euro all’ora diretto da Andrea d’Ambrosio, alle 19 in anteprima, Borsalinio City per la regia di Enrica Viola con Robert Redford. Alle 21, ultimo film in visione  il film dal titolo Disconnect di H.-A. Rubin, a conclusione della rassegna cinematografica della Settimana europea della sicurezza 2016. Per ulteriori informazioni www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-sguardi-al-lavoro-2016.html

24 -28 ottobre 2016. Settimana europea della sicurezza sul lavoro. A Milano un convegno Inail sul caporalato e la tutela del lavoro  

Venerdì 28 ottobre a Milano presso l’Università degli Studi in via Festa del Perdono, 7 dalle 9.30, via al convegno dal titolo

“Caporalato – Intermediazione illegale di manodopera: lo sfruttamento, la tutela del lavoro, le inchieste, la riforma”

 

Organizzata da Inail Direzione Regionale Lombardia in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e patrocinata dalla Prefettura di Milano, l’iniziativa mira a promuovere la campagna europeaAmbienti di lavoro sani e sicuri per cui Inail è focal point nazionale, nell’ambito della settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.

Si intende così fornire – ha dichiarato Antonio Traficante, Direttore regionale Inail Lombardia – un’interpretazione delle interrelazioni tra legalità, emersione e sicurezza sul lavoro, nel convincimento che la diffusione del lavoro sommerso, criminalità e di altre forme di irregolarità del tessuto imprenditoriale, rappresentano oggi uno dei principali ostacoli alla crescita economico-sociale di un territorio”. Ai lavori prenderà parte la senatrice Camilla Fabbri, Presidente della Commissione di inchiesta del Senato sugli infortuni mortali. Leggi il programma

Nel 2015 l’attività di ispezione messa in campo da Inail Lombardia per la tutela della legalità ha coinvolto 4.168 imprese di cui 3.416, l’84%, caratterizzate da aspetti di irregolarità perlopiù dovuta a omissione di premio Inail accertata per 26milioni di Euro. Complessivamente sono stati regolarizzati 12.352 soggetti; 658 i lavoratori che sono stati sottratti al lavoro nero. L’azione ispettiva dell’ Inail insieme al sostegno economico alle imprese per la divulgazione della cultura della sicurezza costituisce un punto importante dell’operato dell’Istituto. Il lavoro di ispezione si inserisce nel Piano di vigilanza Inail attivato dalla direzione regionale lombarda, che coordina 60 ispettori su tutto il territorio per l’intera platea delle aziende assicurate. “Prima di intervenire – ha detto Traficante – l’azione viene coordinata e programmata in ogni minimo dettaglio sulla base di un accurato lavoro preventivo di business intelligence, attraverso la verifica incrociata dei dati di diversi archivi: Inps, Inail, Agenzia delle Entrate e Camera di Commercio. Questo per dire – ha continuato il Direttore regionale – che l’azione ispettiva Inail è mirata a quelle aziende dove si presume abbia luogo una qualche forma di irregolarità”. Ciò spiega come mai la percentuale di irregolarità riscontrata tra le aziende risulta elevata. Infatti, grazie al grosso lavoro preliminare di verifica e studio si individuano alcune griglie di rischio e si interviene esclusivamente sui casi ritenuti sospetti, ovvero quelli che evidenziano le caratteristiche presenti nelle griglie di rischio tracciate.

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