Monthly Archives: Luglio 2007

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Come raggiungerci

Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia (ASLE)
Via Newton 3
20148 Milano

tel. 02/48712452
fax 02/40094791
NUMERO VERDE 800.626.494

Testionial 2

Questo signore sta per concretizzare il sogno di una vita: la casa.
Ci roviamo quindi di fronte a un COMMITTENTE.

Così è definita in edilizia la persona per la quale viene realizzata un’opera. Il committente oltre ai problemi economici, burocratici e amministrativi, ha anche, per legge, una serie di responsabilità per la sicurezza di chi lavorerà alla sua casa. Questo vale sia che si tratti di costruire un nuovo edificio sia che se ne ristrutturi uno esistente.

La Legge 494 del 1996 obbliga il committente a garantire le misure generali di tutela della sicurezza, cioè a valutare e ridurre al minimo i rischi presenti nel suo cantiere. Il committente può delegare queste competenze a un responsabile dei lavori: questa delega può essere totale o parziale, ma sempre comunque per iscritto.

Se il committente delega in toto le le competenze vuole dire che delega anche e soprattutto la capacità di spesa: insomma, garantisce che il Responsabile dei Lavori possa spendere in autonomia per provvedere a tutto ciò che ritiene necessario per garantire la sicurezza del cantiere.

Per gran parte delle attività edili il committente, o il Responsabile dei Lavori, deve nominare il Coordinatore alla Sicurezza in fase di Progettazione, che stende il Piano di SicurezzA e Coordinamento (PSC), ed il Fascicolo Tecnico dell’opera. Nel PSC sono individuati i rischi del futuro cantiere e le relative soluzioni. Il Fascicolo Tecnico contiene le indicazioni per effettuare in sicurezza la manutenzione dell’opera. Prima dell’inizio dei lavori il committente deve nominare un coordinatore alla sicurezza in fase esecutiva. Egli garantirà in cantiere l’applicazione ed il rispetto di tutte le misure di prevenzione.

Se ci sono inadempienze da parte delle imprese o dei lavoratori autonomi, il coordinatore lo deve segnalare immediatamente al committente, che dovrà prendere i provvedimenti necessari, non esclusa la risoluzione del contratto. E’ possibile che questi due incarichi di coordinamento vengano ricoperti dalla stessa persona, purché ne abbia i requisiti previsti dalla legge, e non sia titlare dell’impresa che esegue i lavori. Nella scelta dell’impresa il committente non poù considerare il solo aspetto economico; deve verificare l’idoneità, in relazione ai lavori da eseguire, sotto il profilo tecnico-professionale (dipendenti regolari, specializzazione e formazione, dotazione macchine ed attrezzature, referenze…). Perché riguardo alla sicurezza il committente rimane comunque in parte responsabile, per interesse effettivo ed economico.

Dell’impresa il committente è tenuto a controllare l’iscrizione alla Camera di Commercio e la regolarità delle posizioni INPS, INAIL e Cassa Edile.

Quando l’impresa fa la sua offerta deve tener conto anche dei contenuti del PSC oltre alla descrizione lavori e gli elaborati di progetto. Nel PSC deve essere evidenziato quanto incidono iu costi per la sicurezza sul prezzo. Questi costi non possono essere sottoposti a ribasso.

Troppo spesso il committente è ignaro delle responsabilità che gli competono per legge, in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Nei cantieri edili italiani, piccoli o grandi che siano, c’è un infortunio ogni tre minuti. Ecco perché la sicurezza di chi lavora alla vostra casa è un problema di civiltà, e non di burocrazia. Non pensiate anche voi che tanto queste “grane” capitano solo agli altri, magari solo meno furbi! Che siate alle prese con una nuova costruzione o a interventi di ristrutturazione, informatevi bene sui vostri diritti e sui vostri doveri presso le ASL di zona, le Direzioni provinciali del Lavoro e le Associazioni Professionali.

La nostra Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori in Edilizia, ASLE è nata da un accordo fra organizzazioni sindacali ed associazioni imprenditoriali. Interveniamo sui luoghi di lavoro per individuare e segnalare irregolarità e malfunzionamenti relativi alla sicurezza. Invitiamo le imprese e i lavoratori a prendere le misure necessarie ad eliminare i rischi rilevati. Ci preoccupiamo di salvaguardare l’igiene sui luoghi di lavoro e la salute stessa dei lavoratori. Collaboriamo con le imprese, il Comitato Paritetico Territoriale e, nei casi più gravi, con le A.S.L. delle province di Milano e Lodi per individuare le misure di prevenzione e di protezione per ridurre i rischi.

Insomma, mettiamo la nostra esperienza al servizio della prevenzione degli infortuni: in caso di dubbio contattateci al numero verde che trovate in queste pagine.

Testionial 1

Questo signore, anche oggi, raggiungerà il posto di lavoro: il cantiere edile.
Ci troviamo di fronte a un: LAVORATORE.

Il nostro amico fa un lavoro importante: costruisce.
Costruisce le case, le nostre case, ma anche le scuole, le fabbriche, gli ospedali, insomma le strutture della società in cui viviamo.
E’ un lavoro difficile e faticoso. Ma purtroppo è anche un lavoro molto rischioso, dove se non si fa attenzione non si osservano le regole, si rischia di rimanere invalidi o addirittura di morire.

Anche se molti, troppi, non se ne rendono conto, il nostro amico, entrando in cantiere ogni giorno va incontro ad una serie di rischi gravissimi.
Le “disgrazie” dei cantieri sono un problema di dimensioni tali che i governi di tutta Europa da tempo hanno deciso di combatterlo seriamente con una serie di azioni che coinvolgono tutti coloro che in qualche modo hanno a che fare con la costruzione, dal proprietario, al progettista, all’impresa, fino al lavoratore.
Ma il lavoratore è quello che rischia di più, e quindi da una parte bisogna garantirgli tutte le misura di sicurezza possibili, ma dall’altra occorre che anche lui faccia la sua parte.
La legge 626 del 1994 obbliga chi lavora a partecipare attivamente affinché le norme per la sicurezza vengano messe in atto seriamente perché queste norme sono destinate proprio a lui, alla salvaguardia della sua persona.

La legge prevede che, prima di tutto, il lavoratore che entra in cantiere abbia una formazione adeguata in materia di sicurezza, sappia cioè quali sono i rischi a cui va incontro e come prevenirli.

La formazione deve avvenire in orario di lavoro e non deve costare nulla al lavoratore. Periodicamente, poi, la formazione del lavoratore deve essere ripetuta perché anche i rischi si evolvono e ne compaiono sempre di nuovi.

E’ per questo motivo che la formazione è indispensabile quando si viene assunti per la prima volta; ma anche quando ci si trova a cambiare mansione, e quindi non conosciamo i rischi del nostro nuovo posto di lavoro, quando in cantiere vengono introdotte nuove attrezzature, macchinari e sostanze pericolose.
Quando entriamo in cantiere dobbiamo essere informati; ci devono aver detto quali sono i rischi per la salute e la sicurezza presenti nell’impresa dove lavoriamo e quali misure di protezione e prevenzione ci sono.
Dobbiamo essere informati sui rischi specifici dell’attività che svolgiamo, essere a conoscere dei pericoli che si corrono utilizzando sostanze pericolose e su che cosa prevedono le normative contrattuali a questo proposito.

E poi c’è la visita medica che deve riconoscere se siamo in grado di svolgere la nostra mansione senza rischi per la salute.
Entrando in cantiere dobbiamo sapere chi sono il Medico Competente e il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, RSPP, ed i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, RLS, o RLST.
Dobbiamo sapere che cosa fare in caso di incendio, in caso di evacuazione e per interventi di primo soccorso e i nomi dei lavoratori addetti alle emergenze e al primo soccorso.
A questo proposito bisogna sempre ricordare che se un lavoratore si trova di fronte a un pericolo grave e immediato e non potendo contattare il proprio superiore abbandona il proprio posto di lavoro, non è perseguibile. Insomma non viene ritenuto responsabile, e questo vale anche nel caso che, in circostanze del genere, decida di agire di sua iniziativa.
Questo molto importante, come anche il fatto che un lavoratore si può rifiutare di compiere un lavoro in una situazione pericolosa.

Quindi possiamo dire che esistono le condizioni perché il lavoratore possa pretendere di lavorare in sicurezza; lo dice la legge, non solo il buon senso.
Ma la legge, e ancora una volta il buon senso, dicono che i lavoratori, per parte loro, devono seguire le istruzioni date dal datore di lavoro per evitare gli infortuni.
Che vuole dire che quando si lavora con macchinari e gli utensili, occorre usare le protezioni e i dispositivi di sicurezza di cui devono essere dotati.

Quando si ha a che fare con sostanze e preparati pericolosi, bisogna utilizzare i dispositivi di protezione e fare tanta, ma tanta attenzione.
Se poi qualche cosa non va, se una protezione manca o è difettosa, o se ci si accorge di una situazione di pericolo, bisogna segnalarlo subito al datore di lavoro; perché voi che ve ne siete accorti in tempo potete in questo modo salvare un vostro collega che non era al corrente del pericolo.
Altrettanto pericolosi per gli altri, e quindi da non fare assolutamente, sono le modifiche o la rimozione dei dispositivi di sicurezza, di segnalazione e di controllo; togliere una protezione in una postazione di lavoro, equivale a provocare l’infortunio di chi, arriva in quella postazione senza controllarla, convinto che sia protetta come lui l’aveva lasciata.
In cantiere per il bene vostro e di chi lavora con voi dovete sempre agire con attenzione, pensando a quello che fate e facendo solo quello che vi viene richiesto.
Non intervenite mai di vostra iniziativa o in situazioni che non sono di vostra competenza: fate solo quello che sapete fare.
Ma non basta, occorre anche una stretta collaborazione fra tutti coloro che in cantiere ci lavorano.
Ecco perché i lavoratori devono segnalare i problemi ai loro Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza che a loro volta devono impegnarsi con il datore di lavoro per risolverli.

La nostra Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori in Edilizia, ASLE è nata da un accordo fra organizzazioni sindacali ed associazioni imprenditoriali.
Interveniamo sui luoghi di lavoro per individuare e segnalare irregolarità e malfunzionamenti relativi alla sicurezza.

Invitiamo le imprese e i lavoratori a prendere le misure necessarie ad eliminare i rischi rilevati.
Ci preoccupiamo di salvaguardare l’igiene sui luoghi di lavoro e la salute stessa dei lavoratori.

Collaboriamo con le imprese, con il Comitato Paritetico Territoriale e, nei casi più gravi, con le A.S.L. delle province di Milano e Lodi.
Insomma, siamo lavoratori edili come voi, conosciamo bene il cantiere ed i suoi problemi.
Mettiamo la nostra esperienza al servizio della prevenzione degli infortuni: in caso di dubbio contattateci al numero verde o consultate il nostro sito.
Piuttosto che rischiare inutilmente, fai una telefonata. E’ gratis!

Profilo

L’ Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia (ASLE – RLST) è una libera associazione senza scopo di lucro che si propone di favorire e rafforzare la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori edili nei cantieri e sui luoghi di lavoro.
La competenza territoriale dell’associazione si estende nei 249 Comuni delle province di Milano e di Lodi.
Nel perseguimento dei suoi scopi l’ASLE agisce mediante la creazione di un sistema di sicurezza stabile e strutturato sui luoghi di lavoro al fine di assicurare una migliore informativa sulle disposizioni di legge in materia di sicurezza e di fornire agli addetti ed alle imprese del settore edile certezze operative e punti di riferimento efficaci, per garantire la piena applicazione della normativa vigente in materia di sicurezza.

Missione

Nel modello di produzione del settore edile il lavoratore occupa un ruolo centrale.
La persona diventa, dunque, il punto di riferimento per quanto attiene il sistema di sicurezza sul luogo di lavoro.
Il lavoratore è al medesimo tempo il destinatario e il soggetto di prevenzione attiva per la sicurezza attraverso l’attività che sui luoghi di lavoro svolgono i lavoratori eletti Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Nelle realtà lavorative più piccole, le imprese con meno di 15 dipendenti, dove i lavoratori non eleggono gli RLS interni a ricoprire il ruolo di vigilanza pere la sicurezza dei lavoratori interviene il Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST), dipendente ASLE.
La missione dell’ASLE è quella di vigilare affinché siano garantite le condizioni di sicurezza in tutti gli ambienti di lavoro del settore edile.

Storia

L’Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia (ASLE) nasce nella seconda metà del 1998 sulla base della disposizione contenuta nel CCNL firmato nel 1995, all’indomani dell’accordo collettivo siglato tra Organizzazioni sindacali (Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea Cgil) e la rappresentanza sindacale delle imprese edili Assimpredil.
La clausola contrattuale d’istituzione trova il suo fondamento nella L. 626/94.
Dal maggio del 2002 l’ASLE fa parte del “Comitato per la Sicurezza” del Comune di Milano, che verifica l’applicazione delle norme di sicurezza nei cantieri.

Struttura

L’ Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia di Milano e Lodi ha una struttura composta da sei RLST e un Coordinatore.
L’Associazione riceve un contributo della Cassa Edile – l’Ente paritetico di settore – ed è gestita da un Consiglio di Amministrazione al quale partecipano i tre membri delle organizzazioni sindacali di categoria e un rappresentante dell’associazione degli imprenditori.

Al Consiglio d’Amministrazione partecipano…
Mario Ielapi (Fillea Cgil)
Claudio Della Vedova  (Filca-Cisl)
Cosma Gatto (Feneal-Uil)
Giampaolo Fantin (Assimpredil)
Dott. Stefano Morri (Sindaco)

Presidente pro tempore è Mario Ielapi.
La struttura operativa dell’associazione è formata da 9 RLST e da un coordinatore.

Rapporto attività

Relazione al bilancio 2003

> Premessa
> Segnalazioni e visite in cantiere
> Attività di monitoraggio dei cantieri
> Analisi statistica
> Il committente privato
> Il committente pubblico
> Rapporti con le ASL
> Iniziative editoriali
> Ampliamento sede e informatizzazione
> Sito Internet
> Programmi
> Considerazioni

Premessa
La presente relazione è stata elaborata analizzando quella che è stata l’attività della Associazione nel periodo che va dal 01 / 01/ 2003 al 31 / 12 / 2003.
Il lavoro svolto in tale periodo ha interessato l’intero organico di 6 R.L.S.T. ed il coordinatore che non svolge attività di cantiere.
Nell’articolare i vari punti abbiamo riassunto sinteticamente le iniziative che l’Associazione ha messo in campo, dalla promozione della “sorveglianza sanitaria” nell’ambito di una ricerca medico-scientifica sulla situazione clinica dei lavoratori nei cantieri stradali, all’organizzazione del convegno “Esperienze di sorveglianza sanitaria in edilizia”, dalla rubrica sul sito internet Giurisprudenza e Sicurezza alle diverse iniziative editoriali. In questa stessa relazione viene presentata una sintesi dei dati desunti dai verbali di visita ai cantieri con alcune considerazioni su elementi da valutare alla luce dell’evolversi del mercato del lavoro.

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Segnalazioni e visite in cantiere
Continuano gli incontri con le strutture sindacali territoriali per promuovere e illustrare l’attività dell’ Asle ed è in procinto di partire la seconda fase di consultazione che vedrà direttamente coinvolti gli operatori onde meglio coordinare un programma di ricognizione cantieri. Veramente poche sono state le riunioni sui temi riguardanti la sicurezza all’interno delle assemblee sindacali, mentre le visite in cantiere, a seguito della messa a disposizione dei piani di sicurezza e le verifiche di situazioni particolari dietro segnalazione delle imprese, dei coordinatori, dei tecnici del C.P.T o dei lavoratori, rimangono l’attività prevalente.

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Attività di monitoraggio dei cantieri
La nostra attività ha continuato a svolgersi prevalentemente attraverso il monitoraggio dei cantieri nelle varie zone. L’intervento sui cantieri, a seguito di messa a disposizione da parte delle imprese di P.S.C./P.O.S., è un momento di effettiva collaborazione con imprese e lavoratori. Se i piani di sicurezza e coordinamento iniziano a rappresentare effettivamente una fotografia di quello che dovrebbe essere un cantiere sicuro, un documento importante di pianificazione e programmazione, in cui si può apprezzare lo sforzo di pensare la sicurezza per quella determinata situazione e non una qualsiasi, in cui la manutenzione futura dell’opera è stata valutata anche a livello progettuale, e la prevenzione incomincia ad essere un obiettivo primario, và però rilevato quanto ancora sia grande la distanza tra uno strumento di previsione e organizzazione della sicurezza e la sua applicazione. La difficoltà di regolamentare una realtà dinamica ad elevata variabilità quale quella di un cantiere si riscontra nei P.O.S., piani operativi ancora lontani dal costituire un tentativo circostanziato di descrizione di compiti per tipologia di lavoro e relative procedure di sicurezza, così poco circostanziati da non riuscire a trasferire che la sensazione di avere adempiuto ad un protocollo formale, in quanto “ad improvvisare si fa sempre in tempo”. La consapevolezza del rischio è un fatto marginale rispetto alle condizioni poste dalle diverse fasi del ciclo produttivo, così come risulta incongruente, rispetto alle stesse, la compatibilità dei comportamenti e delle tecniche di lavoro con le tecnologie adottate. Se da una parte l’apparato documentale in dotazione alle imprese è diventato sinonimo di un recepimento almeno formale della direttiva sicurezza, dall’altra il grosso scoglio della formazione e informazione ai lavoratori non risulta ancora superato: le misure preventive, necessarie ad elevare gli standard di sicurezza in cantiere, ed una organizzazione del lavoro che operi momenti di verifica e di analisi dei rischi connessi alle attività lavorative, sono appannaggio degli addetti ai lavori, propriamente detti, ma non dei lavoratori scarsamente coinvolti, a tutti i livelli, ed inconsapevoli del determinante ruolo che potrebbe sostenere: destinatari non solo ma “portatori sani della sicurezza”. Dai dati che seguiranno, tratti analiticamente dall’elaborazione dei nostri verbali, si deduce la conferma sostanziale che le imprese assolvono agli adempimenti previsti, regolarizzando la propria posizione, pur rimanendo carenti nel tradurre operativamente le misure preventive nei diversi ambiti. Col rischio di ripeterci è singolare constatare quanto diverga la forbice tra una regolarità di documentazione e l’insieme di procedure di sistema che rendono un cantiere “sicuro” per definizione. La pratica del subappalto indiscriminato è quell’ elemento che mina alla radice qualsiasi tentativo di rendere sistematico il controllo e la verifica tecnico- professionale delle imprese. I rivoli in cui si perde un appalto una volta assegnato impediscono di fatto un riscontro attendibile sulla qualità dell’impresa. Sintetizzando, nella valutazione della capacità di incidere da parte dell’ASLE sul modello organizzativo d’impresa in riferimento al grado di aggiornamento delle procedure ed agli adempimenti normativi previsti, potremmo dire che se una su dieci, fra quelle con documentazione carente, una volta sollecitata, si è prontamente aggiornata solo una su trenta, fra il 56% del totale che non disponeva di addetti al primo soccorso ed alle emergenze e una su 36 tra il 48% che non aveva promosso momenti di formazione ed informazione, ha con noi convenuto e attuato con il coordinatore le consultazioni di merito. Questi dati non si discostano più di tanto rispetto all’anno precedente e dimostrano ulteriormente il fatto che scarse energie vengono profuse sul versante della formazione ai lavoratori.

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Analisi statistica
I dati analizzati a seguito dei verbali di visita confermano l’ottimo rapporto che viene stabilito con gli imprenditori visto che su un totale di 1024 imprese contattate (con almeno un dipendente e di cui 338 in subappalto) in 686 cantieri, solo il 2,6% ci ha negato la visita a sostegno del fatto che l’incontro con l’ R.L.S.T. è un’occasione di verifica e approfondimento. La presenza dei Piani di sicurezza e coordinamento è un dato di fatto così come quella dei Piani operativi ormai prossima al 85%, al di là dello scarso dettaglio, anche se disaggregando il dato nei territori come il Lodigiano e la Brianza la media si abbassa di 10 punti percentuali. Il Medico competente e RSPP, quali consulenti d’impresa, arrivano ad esser presenti nel 85% dei casi. Alcuni dati rimangono purtroppo al palo come le nomine degli addetti alle emergenze (56%), se non addirittura in controtendenza, come la valutazione rumore (67%) e la stesura dei giudizi di idoneità (64%); nel 48% dei casi l’Impresa non fa ricorso alla formazione e informazione, grande nota dolente di questo settore. E’ probabile che sulla media di alcuni indicatori abbia pesato l’aver monitorato alcuni territori più ai margini della provincia di Milano e Lodi dove sicuramente la scarsa presenza degli organismi di controllo ha giocato un ruolo determinante. Una delle figure che purtroppo risulta ancora lontana da uno standard accettabile, come presenza (26%) e come percorso formativo (43% quando presente), è quella del RLS d’impresa, per niente integrata nel sistema di prevenzione, e parzialmente compensato dal fatto che su circa il 19% dei cantieri visitati viene esercitata la rappresentanza territoriale. Un dato contraddittorio, che emerge dall’esame delle pratiche, è che, inspiegabilmente, il documento di valutazione dei rischi non viene redatto se non in una percentuale che si attesta attorno al 66%, se comprendiamo le autocertificazioni. Ci resta il dubbio che la redazione del POS ne abbia determinato erroneamente la sottovalutazione anche se si possono cogliere gli aspetti di comune valutazione tecnica. In conclusione, possiamo ritenere come elementi acquisiti ad una costante pratica di aggiornamento della documentazione d’impresa, il fatto che un medico competente faccia effettuare la sorveglianza sanitaria, che un RSPP disponga perché si nominino gli addetti alle emergenze o si distribuiscano i dispositivi di protezione individuale, perché si faccia il POS o la valutazione al rumore. Ciò che rimane sconfortante e sicuramente poco qualificante è che la formazione dei lavoratori sconti ancora una scarsa sensibilizzazione da parte delle imprese ed alla cui voce non si addebiti alcuna consapevolezza della sicurezza.

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Il committente privato
Permane sempre più preoccupante il ricorso alla pratica imprudente dell’appalto ai lavoratori autonomi, che si pone problematico in ordine alle verifiche da mettere in atto. Considerato che i lavoratori autonomi non sono tenuti all’adempimento di obblighi, non solo formali, previsti dai D.lgs 626/94 o 494/96, un ruolo molto importante viene giocato inconsapevolmente dai Committenti ai quali si rimanda necessariamente per una valutazione tecnico professionale del soggetto appaltatore. All’interno di un sistema a responsabilità diffusa il Committente, soprattutto privato, figura di per sé raramente organica alla gestione della sicurezza e defilata rispetto alle problematiche legate all’organizzazione del lavoro, viene ad assumere un ruolo che non gli è proprio. Il Committente, che perviene ad appalti separati a più lavoratori autonomi senza rendersi conto di aver scavalcato irresponsabilmente il ruolo del datore di lavoro, diventa il referente per quelle attività di coordinamento, per l’approntamento delle misure oggettive di sicurezza, delle misure collettive a prova di lavoratore distratto. L’intrasferibilità del dovere di sicurezza sul lavoratore e quindi anche sul lavoratore autonomo non è un principio astratto e conseguentemente al Committente spetta tassativamente e non discrezionalmente l’applicazione della sicurezza. Il dubbio che rimane è se il Committente ne sia consapevole. Per questa ragione sta per essere avviata una campagna informativa, concordata con Asl Città di Milano e Asl di Lodi, attraverso cui, coinvolgendo gli uffici tecnici comunali nel promuovere la divulgazione di una brochure, all’atto di una presentazione di una pratica edilizia ovvero al momento del rilascio di un permesso di costruire, si sensibilizzi la committenza privata ad una gestione degli appalti che garantisca il massimo grado di sicurezza e salute dei lavoratori edili.

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Il committente pubblico
I grandi cantieri Milanesi vedono sempre l’Asle coinvolta in azioni di coordinamento preventive con cadenza bisettimanale: il Teatro alla Scala, Palazzo Reale, i depuratori di Nosedo e Milano sud, gli appalti della metropolitana Dergano-Maciachini, sono divenuti momenti di vera collaborazione con Coordinatori, RSPP, Cpt e datori di lavoro, in cui gli RLST hanno giocato un ruolo di cerniera tra il gruppo di gestione e organizzazione e le istanze dei lavoratori in merito a questioni di igiene ambientale e sicurezza. Purtroppo ancora una volta si deve constatare l’assenza quasi assoluta dei RLS, lo scarso coinvolgimento dei pochi che vengono eletti, e in definitiva la mancanza ingiustificata di un benché minimo tentativo di sollecitare una consapevolezza del rischio nei lavoratori. Aspetti così rilevanti, in cui il sistema organizzativo di impresa dovrebbe emergere anche per un efficiente gestione delle risorse umane, in cui l’organigramma delle figure a cui attiene il dovere di sicurezza dovrebbe trovare effettiva applicazione in tutti i suoi ruoli, scontano un’ incredibile latitanza progettuale verso la condivisione di una cultura della sicurezza che ponga al centro i lavoratori o perlomeno i suoi rappresentanti. Non ha senso eleggere un RLS che non partecipa, che non viene consultato e che “non sa di cui trattasi”. Se la gestione dei subappalti, in ordine all’applicazione della sicurezza, per i problemi che determina nell’individuazione delle responsabilità e nel coordinamento, risulta sempre problematico è forse giunto il momento di porre in capo alla Pubblica Amministrazione anche il compito di una verifica tecnico-professionale in corso d’opera delle imprese subappaltatrici visto che nell’istruttoria preliminare, che precede l’assegnazione degli appalti, non è possibile effettuarla. E’ questo un passaggio delicato dove alla logica del subappalto consegue la difficoltà del controllo della qualità del subappaltatore e dove si allenta l’attenzione verso la scala decrescente dei ruoli in ragione di una responsabilità frammentata. Il fatto di avere individuato dei criteri operativi nella gestione della sicurezza afferenti direttamente a soggetti opportunamente delegati quali preposti, coordinatori di lotto o RSPP, ha in parte attenuato il rischio di un mancato collegamento con le figure intermedie dei subappaltatori su aspetti procedurali e di prevenzione. In ultimo va rilevato che sul versante della formazione ai lavoratori, si è constatata la solita scarsa sensibilità anche della Pubblica Amministrazione in relazione a possibili momenti formativi in itinere, per la specificità delle lavorazioni, che si sarebbero potuti prevedere già da subito in sede di assegnazione d’appalto, e che invece sono stati lasciati nella disponibilità eventuale delle imprese aggiudicatarie. La committenza pubblica potrebbe avocarsi in queste occasioni un ruolo determinante e sicuramente incidere sul modello di qualificazione delle imprese da far transitare attraverso soluzioni che pongano contrattualmente il rispetto di programmi di informazione e formazione, lì in quel cantiere, concordati con CPT ed ESEM. Affidarsi esclusivamente alla buona disposizione dell’impresa o all’attività di coordinamento che può effettuare il Coordinatore in fase esecutiva vuol dire rinunciare a considerare come prioritario il tema della salvaguardia della salute dei lavoratori e confinare la sicurezza nei PSC e POS quale elemento accessorio.

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Rapporti con le ASL
Notifiche preliminari.
La raccolta delle notifiche preliminari per la pianificazione della nostra attività e la programmazione dell’azione ricognitiva dei cantieri, quale supporto indispensabile per alcune realtà territoriali, è stata inserita nelle priorità dell’Associazione per poter restituire, attraverso una banca dati, uno strumento integrativo di monitoraggio cantieri da mettere a disposizione degli enti paritetici e costituire anche elemento per analisi statistiche o studi di settore sullo andamento del mercato edile. Infatti è allo studio una maschera anagrafica informatizzata che permetterà il caricamento elettronico dei dati e dovrà consentire una pianificazione delle visite sul territorio nel tentativo di evitare le compresenze, sugli stessi cantieri, di altri soggetti deputati alle verifiche operative.

Sorveglianza sanitaria.
Gli esiti del lavoro svolto in collaborazione con ASL Città di Milano, CPT e Assimpredil sui criteri di qualità nell’attività sanitaria in edilizia, si sono tradotti in una pubblicazione in cui si è posta l’attenzione sul medico competente come figura di riferimento nel processo di valutazione del rischio, nell’individuazione ed adozione di adeguate misure di prevenzione, nella collaborazione della stesura di PSC e POS, con sopralluoghi conoscitivi sui cantieri, nella promozione di programmi di formazione, nell’organizzazione di un idoneo servizio di primo soccorso, nella gestione delle idoneità al lavoro, all’uso di DPI e nella definizione delle procedure operative. L’ASL per territorio di competenza ha poi organizzato una serie di convegni in cui è stato apprezzato l’apporto collaborativo della nostra Associazione.

Studio sull’esposizione a IPA nelle imprese di asfaltatura stradale.
L’Asle, in qualità di cofinanziatore, ha partecipato a pieno titolo ad una ricerca medico-scientifica sull’esposizione a IPA nelle imprese di asfaltatura stradale in collaborazione con la Clinica del Lavoro e ASL città di Milano e Lodi. Lo studio condotto attraverso una valutazione dell’organizzazione del sistema impresa, la valutazione del rischio chimico e nello specifico dell’esposizione a IPA, si è posto l’obiettivo di definire dei criteri per una corretta gestione del rischio e per individuare le soluzioni preventive. L’indagine è ormai in fase di ultimazione e sono stati avviati una serie di incontri di verifica dei dati raccolti perché si arrivi entro il primo semestre ad una pubblicazione e, successivamente, all’organizzazione di un convegno, prosecuzione naturale di quello tenutosi nel mese di Febbraio 2003 presso la Fondazione Cariplo su “Esperienze di Sorveglianza Sanitaria in Edilizia”. A seguito del lavoro svolto, in collaborazione con il dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano e l’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento, l’Asle ha richiesto un finanziamento all’OSHA per un “Progetto di formazione e informazione nella produzione e posa di asfalti nei cantieri stradali”. La nostra Associazione, impegnata direttamente nella partnership, si è posta l’obiettivo di informare in modo specifico le figure della prevenzione nel settore della produzione e posa asfalti nelle piccole e microimprese, supportandole con dati di esposizione del comparto, con attività formative che consentano di sensibilizzare i lavoratori, adottare le misure preventive necessarie, impostare programmi di buona prassi in igiene industriale e medicina del lavoro e redigere la valutazione del rischio. In ogni caso indipendentemente dall’esito della concessione del finanziamento da parte dell’OSHA, è in programma una pubblicazione dal titolo provvisorio “Il cantiere stradale – salute e sicurezza nelle opere di asfaltatura” in cui si affronteranno i temi seguenti: L’attività di asfaltatura stradale (Cenni storici, ciclo produttivo, individuazione dei rischi) – Gestione dell’appalto (Rapporto committente, stazione appaltante e ditte subappaltatrici) – La sicurezza nel cantiere stradale (Segnaletica, tipologia di strade) – La tutela della salute nelle opere di asfaltatura (Qualità dei rischi per la salute, il rischio di movimentazione manuale dei carichi, i rischi fisici, il rischio chimico, il rischio da esposizione a IPA, i rischi di natura organizzativa) – Le misure di igiene e tutela della salute ( Generalità delle misure di igiene, tutela e prevenzione, le misure di prevenzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi etc..) – Pianificazione e gestione del servizio di primo soccorso. Nella suddivisione dei compiti con Clinica del Lavoro, Asl Milano e Lodi, Polizia Municipale e Polizia Stradale, l’Asle si occuperà più propriamente della parte riguardante la “Gestione dell’appalto” (Rapporto committente, stazione appaltante e ditte subappaltatrici). La presentazione della pubblicazione è prevista per la fine dell’anno.

Valutazione dell’esposizione a silice nel settore edile.
Sull’onda lunga dell’attenzione che in questi anni abbiamo dedicato a temi riguardanti la sorveglianza sanitaria in generale e la tutela della salute, l’Asle, alla stregua di quanto fatto con lo studio dell’esposizione a IPA, intende proseguire nel filone di ricerca finanziando con le modalità già sperimentate un lavoro che si occupi di valutare il rischio correlato con l’esposizione a polveri silicotigene negli addetti al comparto dell’edilizia tradizionale. Considerato che nella letteratura scientifica internazionale raramente compaiono studi sull’esposizione a silice libera cristallina che comunemente troviamo nelle attività di perforazione gallerie, produzione di ceramiche, pulitura di superfici lapidee o cementizie, demolizioni e movimenti terra nelle opere infrastrutturali, con rischio anche piuttosto elevato di potenziale esposizione, si tenterà di fornire un contributo alla conoscenza del livello espositivo nel settore al fine di poter trasferire per analogia i dati analitici raccolti ad attività che si svolgono nelle medesime condizioni. Le finalità saranno quelle di valutare le condizioni di salute dei lavoratori con particolare riferimento a quegli apparati sui quali prevalentemente sembra svolgersi l’azione della silice libera cristallina (polmone, rene), e di individuare misure di prevenzione e protezione finalizzate alla riduzione del rischio al più basso livello possibile con la predisposizione di un programma di informazione e formazione dei lavoratori.

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Iniziative editoriali
Come anticipato nei capitoli precedenti le iniziative editoriali saranno legate in larga misura alla diffusione dei dati sullo studio dell’esposizione a IPA nei cantieri stradali, raccolti all’interno di una pubblicazione di taglio scientifico, ed all’elaborazione di un opuscolo informativo sui rischi delle attività di asfaltatura dal titolo provvisorio “Il cantiere stradale”.

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Ampliamento sede e informatizzazione
Nei mesi di luglio e agosto è stato realizzato l’ampliamento della nostra sede con l’aggiornamento di tutta la dotazione informatica d’ufficio, software e hardware, e l’installazione di un impianto integrato telefonico. Ora la sede dispone di una sala operativa rlst, una sala riunioni ed un ufficio per Presidente e Coordinatore. E’ in via di ultimazione un programma per informatizzare i verbali di visita secondo una procedura che prevede l’inserimento dei dati su matrice elettronica direttamente in cantiere e la stampa contestuale della copia all’impresa. Dopo una prima fase sperimentale per mettere a punto le modalità di inserimento degli elementi da monitorare, nonché meglio catalogare le possibili variabili riferite a voci specifiche, si procederà al rilevamento cantieri con la nuova procedura. A quel punto l’archivio dati entrerà nella disponibilità di un’eventuale consultazione, nel rispetto delle informazioni sensibili tutelate dalla legge sulla privacy, e diverrà il riferimento oggettivo di report mensili sull’attività di monitoraggio.

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Sito Internet
E’ sempre preziosa la collaborazione dell’Avv. Mariani sul sito Internet www.sicured.it sulle tematiche che attengono al mondo del lavoro, ai pronunciamenti della giurisprudenza in materia di competenze, responsabilità e obblighi delle figure del sistema sicurezza. Le sintesi esplicative proposte sono uno strumento di facile consultazione e una guida immediata delle maggiori novità legislative nell’ambito della sicurezza. L’esperienza diretta sul campo poi è un chiaro contributo alla conoscenza di quelle che sono le modalità di costruzione dei processi, dall’istruttoria preliminare ai diversi gradi di giudizio, nella valutazione di casi di significativa novità che per la loro portata possono rappresentare e determinare un orientamento di dottrina giurisprudenziale. L’Avvocato si occupa inoltre di una rubrica su quesiti strettamente legati al coacervo normativo degli aspetti più discussi della disciplina sulla sicurezza.

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Programmi
Informazione ai lavoratori.
Sta per essere distribuito presso i lavoratori un opuscolo sui rischi di cantiere, costituito da una raccolta di schede, esemplificate in disegni illustrativi, di dispositivi di protezione individuale e collettiva, con la rappresentazione del loro corretto utilizzo, mettendo in evidenza schemi di montaggio o azioni in sicurezza per le tipologie di lavoro più ricorrenti in cantiere. Una sorta di breviario enciclopedico, modalità d’uso, da avere come riferimento nell’affrontare le fasi di lavoro più comuni. E’ invece già stato pubblicizzato in cantiere il depliant informativo in cui si richiamano diritti e doveri del lavoratore nella sua partecipazione al sistema di prevenzione.

Programma di formazione permanente.
L’attività di formazione permanente per RLST, incentrata su incontri monografici, su temi quali legislazione, comunicazione, tecnologie per la sicurezza, esperienze operative dell’attività di prevenzione, prosegue ed è attualmente incentrata attorno al D.lgs 276/03 (Riforma Biagi) e D.lgs 66/03 (Nuove disposizioni in materia di orario di lavoro) con le implicazioni conseguenti in ambito prevenzione e sicurezza.

Campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza.
L’attività di prevenzione degli infortuni sul lavoro nei cantieri edili di Asle, si è contraddistinta in questi anni per l’attenzione profusa nella attività di comunicazione e divulgazione. Questo perché si è individuato nel coinvolgimento degli utenti uno strumento decisivo per il successo dell’attività. Nell’attuazione del programma di lavoro 2003 si è continuato ad operare in questo senso attraverso la produzione di materiali informativi per i lavoratori, come l’opuscolo sui rischi di cantiere ed il depliant sui diritti e doveri, e rispetto ai cittadini in generale come il depliant sui doveri del committente. Oltre a questo è stata operata una campagna di rafforzamento dell’immagine dell’associazione attraverso la dotazione di DPI personalizzati e di revisione del sito. L’opera di rafforzamento dell’immagine, che passa attraverso una diffusione della conoscenza del marchio, è molto importante per diffondere la credibilità degli operatori che direttamente intervengono sul territorio. Per il 2004 è nostra intenzione rilanciare ulteriormente l’attività di comunicazione a partire dai settori fondamentali della nostra attività, e cioè la prevenzione, la ricerca e la promozione. Per ciò che concerne l’attività di prevenzione la nostra proposta muove su due tipi di intervento:
1) continuare nella linea di informazione ai lavoratori iniziata con gli opuscoli dedicati alle figure della sicurezza prima e sui rischi di cantiere poi, con una nuova pubblicazione incentrata sui lavori stradali, da distribuire in concomitanza con la presentazione della ricerca sugli asfaltisti.
2) attivare il progetto, già presente nel piano di comunicazione 2002, di un periodico a fumetti.
Questa idea nasce in risposta alla duplice necessità di fare, da una parte, informazione a 360 gradi sulla realtà lavorativa ed i suoi rischi, e dall’altra di stabilire un filo comunicativo diretto e continuativo con l’utenza.
Si tratta di realizzare un periodico bimestrale, dove un gruppo di personaggi caratteristici del mondo del lavoro edile, raccontino la quotidianità, e quindi rischi e le raccomandazioni per prevenirli, attraverso un linguaggio diretto e accattivante. Il periodico dovrebbe contare una dozzina di pagine con un formato compatibile con le scelte distributive che verranno attuate. Attualmente stiamo lavorando ad un numero zero che consenta, oltre alla scelta della linea editoriale, del tratto, del disegnatore, dello stile di sceneggiatura, una precisa definizione dei costi.
3) Realizzazione dello spot di sensibilizzazione ai rischi di cantiere, di cui sono già state realizzate ideazione, trattamento e prima bozza di sceneggiatura.
Per poter passare alla parte realizzativa sono ancora da definire gli slogan e quindi la sceneggiatura di dettaglio e lo story board. L’obbiettivo è duplice da una parte, come accennato sensibilizzare una larga fascia della popolazione al tema della prevenzione dei rischi da cantiere e dall’altra veicolare un’immagine dell’Associazione che la renda riconoscibile come punto di riferimento nell’opera di prevenzione. Occorre ricordare che il messaggio che intendiamo veicolare è destinato ad un pubblico indefinito, ma che ha comunque in qualche modo a che fare con il mondo del lavoro. Questa forma di comunicazione, per le sue caratteristiche strutturali non è tuttavia fruibile al di fuori dei normali canali pubblicitari; televisioni o cinema o altri spazi di pubblicità video che le consentano di essere “leggibile” come messaggio specifico all’interno di sequenze di messaggi simili. La nostra ipotesi è quella di pubblicizzare il messaggio attraverso la programmazione che viene trasmessa alle fermate della metropolitana e nei cinema. Le banchine della metropolitana consentono di raggiungere una vastissima platea, anche se indifferenziata, con costi relativamente bassi, mentre gli spot che precedono la proiezione dei film, anch’essi a costi relativamente bassi, permettono, in base ai film in programmazione di individuare il target dei destinatari.

Convegni.
Verso la fine di Giugno, si terrà un convegno di presentazione della ricerca medico-scientifica su “Esposizione a IPA nelle imprese di asfaltatura stradale”, che verrà preceduto da una pubblicazione a cura dei ricercatori della Clinica del Lavoro L. Devoto, Asl Città di Milano e Asl di Lodi. Preventivamente si discuteranno le modalità di divulgazione dei dati della ricerca, i suoi contenuti e le conclusioni.

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Considerazioni
In questi ultimi anni ci siamo occupati, di volta in volta, di temi che vedevano come obiettivo, da una parte la definizione di un sistema di qualità delle imprese che transitasse attraverso la certificazione di qualità del lavoratore stesso e dall’altra la promozione di studi di settore (indagini medico-scientifiche) per una conoscenza specifica dei rischi sanitari a cui sono sottoposti i lavoratori nei diversi comparti. Se sul versante della conoscenza scientifica delle patologie riscontrate a carico dei lavoratori, dei rischi connessi alle tipologie lavorative, con l’azione sistematica conseguente messa in campo, in collaborazione con le Asl, qualche buon risultato si è ottenuto, al punto da poter dire che la sorveglianza sanitaria ha prodotto in generale un effettivo grado di tutela della salute dei lavoratori, non possiamo sicuramente dire altrettanto dello sforzo prodotto per recuperare la centralità del lavoratore al processo di partecipazione al Sistema Sicurezza. Il fatto che programmi di informazione e formazione sono ben lontani dal costituire un interesse consapevole dell’impresa per la valorizzazione delle risorse umane, non per altro siamo fermi al 48%, significa che probabilmente non è dall’impresa in prima istanza che passa una ipotesi progettuale di riconoscimento del ruolo e della professionalità dei lavoratori. Si è giunti pertanto alla determinazione, considerate le valutazioni sopraesposte ai punti riguardanti la committenza pubblica e privata, che forse un valido tentativo, per veicolare una maggior sensibilizzazione su questo tema, andrebbe intrappreso nei confronti dei committenti, il vertice decisionale da cui derivare probabilmente tale iniziativa. Allo scopo quest’anno pensiamo di estendere la collaborazione, che buone prospettive ci ha creato con le Asl locali, alle Pubbliche Amministrazioni. Due sono gli elementi su cui riteniamo di creare un interesse condiviso: il primo attiene ad un piano di collaborazione con gli uffici tecnici comunali che parte dalla divulgazione del depliant informativo sul committente privato per arrivare all’attivazione di momenti di monitoraggio comune dei cantieri pubblici; il secondo considera la redazione dell’opuscolo “Il cantiere stradale”, approfondimento degli aspetti di rischio legati alla sicurezza ed alla segnaletica, di diretto interesse della Vigilanza Municipale, coinvolta a diverso titolo nel controllo del territorio. Con gli uffici tecnici la collaborazione sarebbe propriamente operativa nella verifica tecnico-professionale soprattutto delle imprese subappaltatrici nei pubblici appalti, con la Vigilanza Municipale potrebbe trattarsi di fornire un supporto sullo specifico tema del cantiere stradale. A questo primo livello di collaborazione dovrebbe seguire poi un approccio più decisamente politico, con le OOSS a sostenere la possibilità di integrare i contratti d’appalto con obbligatori momenti di formazione in itinere da porre in carico alle imprese aggiudicatarie. Il PSC, che l’Amministrazione Pubblica fa redigere al Coordinatore, oltre a contenere elementi di dettaglio relativi alla gestione della sicurezza del cantiere, individua quelli che sono i costi da sostenere nella tutela della salute dei lavoratori, protezioni collettive, individuali, rilievi fonometrici etc…., che non possono essere sottoposti a ribasso d’asta: quale miglior occasione per promuovere la necessità di momenti formativi sul posto di lavoro? Non è pleonastico far ricorso ad uno slogan “Una formazione che formi” se calato in una realtà quale quella del settore edile quando a dieci anni dall’applicazione del D.lgs.626 i lavoratori non sanno chi è RLS, le imprese tantomeno e i pochi RLS non sanno di esserlo. Si impone una svolta concreta su questo versante perché se è pur vero che la sicurezza è un dovere collettivo è parimenti vero che senza una sensibilità Pubblica verso una cultura della sicurezza il diritto che ne è la radice rimane un contenitore vuoto.

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Il Presidente
Enrico Guaragna

Il Coordinatore
arch. Giuseppe Bonelli

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