Monthly Archives: Novembre 2015

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La scelta del guardacorpo è importante, ecco alcuni consigli per non sbagliare

Le tipologie di montanti guardacorpo si contraddistinguono per il profilo e per il tipo di ancoraggio all’edificio. I guardacorpo, infatti, possono essere ancorati ai bordi delle solette, alle falde di copertura o alle pareti, piuttosto che ad altri elementi dell’edifico.
Se da un lato questo tipo di parapetti provvisori prefabbricati si distingue per praticità e versatilità d’impiego, dall’altro il suo utilizzo per una buona fruizione in sicurezza richiede un’accurata scelta del modello in relazione alle condizioni di stabilità e resistenza della struttura alla quale il parapetto deve essere ancorato. Non esiste infatti un modello universale che va bene per ogni situazione, ma occorre saper scegliere in funzione della sicurezza e protezione per evitare il rischio di caduta dall’alto. In questo senso si raccomanda professionalità ed esperienza alla persona che deve effettuare la scelta e l’installazione dell’attrezzatura.
Per effettuare la giusta scelta un aiuto possono darlo le Linee Guida ISPSEL “Linee guida per la scelta, l’uso e la manutenzione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi, parapetti provvisori, reti di protezione sistemi combinati” del 2006. Nel caso di fissaggio a strutture esistenti, queste saranno elementi monolitici orizzontali o inclinati, oppure elementi piani orizzontali o inclinati.
Il sistema di fissaggio dipenderà dai materiali che costituiscono la struttura di ancoraggio: elementi in cls prefabbricati o gettati in opera, elementi in acciaio o in legname. In particolare nella classificazione secondo i materiali costituenti la struttura di ancoraggio, questi vengono distinti in elementi in calcestruzzo armato che devono essere agganciati con ganascia, con piastra a perdere di tipo verticale o inclinata, universale a vite. Ci sono poi gli elementi strutturali in legno per i quali va utilizzato un tipo diverso di fissaggio: laterale o frontale.
FONTE: Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011

La scelta del guardacorpo

Le tipologie di montanti guardacorpo si contraddistinguono per il profilo e per il tipo di ancoraggio all’edificio. I guardacorpo, infatti, possono essere ancorati ai bordi delle solette, alle falde di copertura o alle pareti, piuttosto che ad altri elementi dell’edifico.
Se da un lato questo tipo di parapetti provvisori prefabbricati si distingue per praticità e versatilità d’impiego, dall’altro il suo utilizzo per una buona fruizione in sicurezza richiede un’accurata scelta del modello in relazione alle condizioni di stabilità e resistenza della struttura alla quale il parapetto deve essere ancorato. Non esiste infatti un modello universale che va bene per ogni situazione, ma occorre saper scegliere in funzione della sicurezza e protezione per evitare il rischio di caduta dall’alto. In questo senso si raccomanda professionalità ed esperienza alla persona che deve effettuare la scelta e l’installazione dell’attrezzatura.
Per effettuare la giusta scelta un aiuto possono darlo le Linee Guida ISPSEL “Linee guida per la scelta, l’uso e la manutenzione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi, parapetti provvisori, reti di protezione sistemi combinati” del 2006. Nel caso di fissaggio a strutture esistenti, queste saranno elementi monolitici orizzontali o inclinati, oppure elementi piani orizzontali o inclinati.
Il sistema di fissaggio dipenderà dai materiali che costituiscono la struttura di ancoraggio: elementi in cls prefabbricati o gettati in opera, elementi in acciaio o in legname. In particolare nella classificazione secondo i materiali costituenti la struttura di ancoraggio, questi vengono distinti in elementi in calcestruzzo armato che devono essere agganciati con ganascia, con piastra a perdere di tipo verticale o inclinata, universale a vite. Ci sono poi gli elementi strutturali in legno per i quali va utilizzato un tipo diverso di fissaggio: laterale o frontale.
FONTE: Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011

Attenzione, utilizza il guardacorpo giusto per ogni situazione

Nelle costruzioni vengono utilizzate due tipologie di parapetti provvisori: quelli tradizionali, realizzati in cantiere di in legno o acciaio e quelli prefabbricati, di varie tipologie, da assemblare sul posto. L’utilizzo di questi ultimi si sta diffondendo sempre più anche perché tali attrezzature sono relativamente facili e rapide da installare e soprattutto si adattano a più situazioni, consentendo il montaggio su differenti tipi di supporto con vari sistemi di fissaggio.
In particolare per i lavori di manutenzione su coperture, i parapetti provvisori prefabbricati costituiscono la principale alternativa alla predisposizione di un ponteggio completo contornante tutta la copertura. Inoltre, l’utilizzo di questi sistemi costituisce un migliore adempimento all’art. 112 del D.Lgs. 81/08 il quale recita che “le opere provvisionali devono essere allestite con buon materiale e secondo la regola d’arte”. Le norme di prevenzione vigenti prescrivono la priorità dell’adozione di misure di protezione collettiva come i parapetti, le reti di sicurezza, i ponteggi, rispetto a quelle individuali: L’art. 148 del decreto 81/08 specifica che prima di procedere all’esecuzione di lavori su lucernari, tetti, coperture e simili, fermo restando l’obbligo di predisporre sistemi collettivi di protezione dei bordi, deve essere accertato che questi abbiano resistenza sufficiente per sostenere il peso degli operai e dei materiali di impiego. Dunque, la valutazione dei rischi deve essere fatta in modo completo e approfondito. In questi casi per una corretta valutazione dei rischi è opportuno verificare i seguenti punti:
– tipologia e durata del lavoro da svolgere
– tipo di copertura (piana, a falda, a shed, a volta ecc…)
– altezza di caduta massima
– carichi massimi di impatto di un corpo in fasce di scivolamento e caduta (carichi dinamici)
– traiettoria di caduta di un corpo morto che rotola dalla copertura e probabile punto di impatto sul parapetto prefabbricato.
FONTE: Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011

Un guardacorpo per ogni situazione

Nelle costruzioni vengono utilizzate due tipologie di parapetti provvisori: quelli tradizionali, realizzati in cantiere di in legno o acciaio e quelli prefabbricati, di varie tipologie, da assemblare sul posto. L’utilizzo di questi ultimi si sta diffondendo sempre più anche perché tali attrezzature sono relativamente facili e rapide da installare e soprattutto si adattano a più situazioni, consentendo il montaggio su differenti tipi di supporto con vari sistemi di fissaggio.
In particolare per i lavori di manutenzione su coperture, i parapetti provvisori prefabbricati costituiscono la principale alternativa alla predisposizione di un ponteggio completo contornante tutta la copertura. Inoltre, l’utilizzo di questi sistemi costituisce un migliore adempimento all’art. 112 del D.Lgs. 81/08 il quale recita che “le opere provvisionali devono essere allestite con buon materiale e secondo la regola d’arte”. Le norme di prevenzione vigenti prescrivono la priorità dell’adozione di misure di protezione collettiva come i parapetti, le reti di sicurezza, i ponteggi, rispetto a quelle individuali: L’art. 148 del decreto 81/08 specifica che prima di procedere all’esecuzione di lavori su lucernari, tetti, coperture e simili, fermo restando l’obbligo di predisporre sistemi collettivi di protezione dei bordi, deve essere accertato che questi abbiano resistenza sufficiente per sostenere il peso degli operai e dei materiali di impiego. Dunque, la valutazione dei rischi deve essere fatta in modo completo e approfondito. In questi casi per una corretta valutazione dei rischi è opportuno verificare i seguenti punti:
– tipologia e durata del lavoro da svolgere
– tipo di copertura (piana, a falda, a shed, a volta ecc…)
– altezza di caduta massima
– carichi massimi di impatto di un corpo in fasce di scivolamento e caduta (carichi dinamici)
– traiettoria di caduta di un corpo morto che rotola dalla copertura e probabile punto di impatto sul parapetto prefabbricato.
FONTE: Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011

Dispositivi collettivi di protezione, parapetti provvisori

I sistemi di protezione dei bordi devono essere montati e smontati seguendo le indicazioni contenute nel libretto di istruzioni, controllando scrupolosamente la tenuta delle superfici di ancoraggio. Ogni addetto deve essere informato e formato riguardo le regole da seguire nelle fasi di installazione e rimozione del sistema di protezione prescelto.
Tuttavia, succede molto spesso che questo importante dispositivo collettivo di protezione previsto dal Testo unico 81/08 che previene il rischio di cadute dall’alto nei lavori edili a volte sia affrontato con scarsa consapevolezza rispetto alla percezione del rischio da parte dei lavoratori dell’edilizia. Basti pensare a come molte delle piccole e micro imprese visitate dagli Rlst di Asle riguardo il sistema di protezione dei bordi, ricorrano facilmente al servizio di noleggio anziché utilizzare un’attrezzatura di proprietà, per la quale il datore di lavoro è obbligato a rispettare le norme di manutenzione e trattamento come per qualsiasi altra attrezzatura da cantiere. Se da una parte il servizio di noleggio consente il taglio dei costi di acquisto dell’attrezzatura, dall’altra espone l’impresa a rischi inconsapevoli, se non adeguatamente valutati. E’ opportuno, infatti, che l’impresa metta in atto una puntuale verifica del lavoro eseguito dai montatori dell’azienda che effettua il servizio di noleggio e montaggio dell’attrezzatura. Tale azione di controllo eseguita prima che l’attrezzatura entri in uso, dovrebbe essere espletata direttamente dal datore di lavoro o dal suo preposto. Al fine di mettere in atto un efficace sistema di prevenzione e sicurezza per i lavoratori in cantiere, è altresì decisiva, da parte del datore di lavoro, l’attività di informazione del personale che dovrà utilizzare il guardacorpo, per renderlo consapevole che il suo utilizzo improprio può generare grande danno. Inoltre, nel caso dei parapetti presi a noleggio, siccome il noleggio non prevede la manutenzione dell’attrezzatura mentre è in uso, è opportuno che gli utilizzatori dei parapetti provvisori siano responsabilizzati a segnalare qualsiasi malfunzionamento dell’attrezzatura anche minimo, invitando tempestivamente chi di dovere a predisporre gli adeguarti controlli di manutenzione. Nella realtà purtroppo accade che l’utilizzo del sistema di protezione dei bordi e la scelta dei guardacorpo sia effettuata di fretta e senza leggere bene le indicazioni contenute nel manuale di istruzioni.

LODI. Al Convegno su malattie professionali e infortuni, Asle partecipa alla tavola rotonda con il contributo degli Rlst

Il contributo di Asle che ha partecipato attivamente alla discussione promossa nella tavola rotonda nell’ambito del Convegno organizzato da Inail, Osservatorio Lavoro Salute e Sicurezza di Lodi, Asl di Lodi – Regione Lombardia, Camera di Commercio di Lodi il 6 novembre 2015, ha sottolineato la presenza del problema relativo all’utilizzo improprio di spazi pubblici per le manovre di cantiere. “In particolare – si legge nella relazione presentata da Asle – si rileva che nei cantieri visitati dagli Rlst la maggiore criticità è rappresentata dalle gravi interferenze viabilistiche, con rischi aggiuntivi per la circolazione dei pedoni sulla strada e nelle aree condominiali, nei lavori di recupero del patrimonio edilizio esistente in corrispondenza di mancate delimitazioni di aree di cantiere. In definitiva per una corretta prevenzione dei rischi – si conclude – è meglio occupare suolo pubblico o chiudere una strada che utilizzarle come zona di movimentazione o temporaneo deposito”. Il convegno ha fatto il punto su infortuni e malattie professionali nel Lodigiano per il periodo 2010-2014. Complessivamente il trend è in discesa, gli infortuni sono in diminuzione ma nel settore delle costruzioni tra le piccole e piccolissime imprese accade il maggior numero di eventi, circa il 60%.
Le cause di rilievo sono la perdita di controllo di mezzo o attrezzatura, la caduta di persona dall’alto, i movimenti scoordinati. Tra le tre casistiche continua a non dare segni di diminuzione la prima, quella dovuta alla perdita di controllo di mezzo o attrezzatura.

Scarica l’allegato: Relazione di Asle sull’attività degli Rlst nella provincia di Lodi
relazione-su-attivita-rlst-in-provincia-di-lodi

LODI, 6 novembre 2015. Il punto su prevenzione infortuni e malattie professionali in un convegno

Organizzato da Inail, Osservatorio Lavoro Salute e Sicurezza di Lodi, Als di Lodi – Regione Lombardia e Camera di Commercio di Lodi, il convegno metterà a fuoco quali siano le prospettive degli infortuni e delle malattie professionali nel Lodigiano.
L’appuntamento è per le ore 9.00 presso la sede della Camera di Commercio in via Haussmann, 15 a Lodi, i lavori termineranno alle 13.30.
Alla tavola rotonda delle 11.45, in qualità di referente della rete degli Rls territoriali per la zona di Lodi parteciperà l’associazione Asle-Rlst, che porterà il proprio contributo grazie anche alle potenzialità del gestionale in uso. Il programma consente agli Rlst di Asle di inserire i dati relativi alle visite effettuate sui luoghi di lavoro, che permettono una lettura degli eventuali rischi di infortuni o malattie professionali presenti nei cantieri edili del territorio dal punto di vista dei Rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori.
La tavola rotonda vedrà la partecipazione di tutti gli enti preposti alla tutela e salvaguardia della Salute e della Prevenzione nei luoghi di lavoro: Direzione Territoriale del Lavoro, INAIL, rappresentanti delle Associazioni e della Pariteticità dei settori Industria, Costruzioni, Agricoltura, Commercio e Servizi, oltre ai rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, degli Ordini e Albi Professionali, della rete degli Rspp.
Presenzieranno l’evento Pierfrancesco Cecchi della Giunta Camerale di Lodi, Fabio Russo, Direttore generale Asl di Lodi, Maria Aurelia Lavore, Direttore INAIL Lodi-Pavia, Simone Uggetti, Sindaco di Lodi e Presidente della Conferenza dei Sindaci ASL.
Tre gli approfondimenti monografici in programma, per i settori agricoltura, costruzioni e infortuni su strada. Sarà inoltre illustrato il primo consuntivo del piano straordinario EXPO.

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