Category Archives: Sorveglianza sanitaria

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Riunione periodica. Anello debole per le azioni di prevenzione, salute e sicurezza dei Rlst nella sorveglianza sanitaria, quando l’impresa ha meno di 15 dipendenti

Il ruolo del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori (Rls – Rlst) nella sorveglianza sanitaria è importante. Il D.Lgs 81/08 all’art. 50 prevede che il Rlst sia “consultato sulla scelta del medico competente oltre che sulla designazione del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione …. e, preventivamente e tempestivamente, in ordine alla valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità produttiva”. Ancora, l’art. 2 definisce la “sorveglianza sanitaria come l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.

La sorveglianza sanitaria non è, dunque, un’attività meramente clinica perché interviene sulla valutazione dei rischi e  sulla scelta e la riprogettazione delle misure che normalmente vengono effettuate in occasione della riunione periodica annuale.

Ma la domanda è: effettivamente Rlst e Rls sono consultati da parte del datore di lavoro per la nomina del medico competente? E poi, i rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori riescono a ottenere dal medico competente tutte le informazioni da veicolare ai lavoratori per la prevenzione, tutela della salute e sicurezza in ambiente di lavoro?

Analizzando gli esiti di un questionario distribuito ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori che hanno partecipato al seminario del 5 ottobre 2016 alla Casa degli Rls di Milano emerge che l’85% di coloro che hanno risposto alle domande dichiarano di non essere stati consultati sulla nomina del medico competente. In molti casi, per il 40% degli intervistati, il medico competente non illustra il protocollo sulla sorveglianza sanitaria al rappresentante per la sicurezza dei lavoratori. L’art. 25 del D.Lgs 81/08 stabilisce che il medico competente “comunica per iscritto, in occasione delle riunioni di cui all’art. 35 (riunione periodica n.d.r.) al datore di lavoro, al responsabile del servizio di prevenzione e protezione e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza i risultati anonimi e collettivi della sorveglianza sanitaria effettuata e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati ai fini della attuazione delle misure per la tutela della salute per l’integrità psico-fisica dei lavoratori”. In altre parole il medico competente una volta l’anno ha l’obbligo di illustrare alle figure aziendali della prevenzione una relazione sui risultati della sorveglianza sanitaria.

E, infatti, dal questionario citato emerge anche che il 58% ovvero la stessa percentuale rilevata per i casi in cui il medico competente illustra il protocollo sulla sorveglianza sanitaria, tale comunicazione avviene nell’ambito della riunione periodica. Dunque, se in un’azienda non si effettua la riunione periodica annuale – non prevista per legge in quelle con meno di 15 dipendenti – sarà molto probabile che il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non ottenga l’illustrazione dei risultati della sorveglianza sanitaria da parte del medico competente.

Altri dati significativi che emergono dal questionario citato riguardano la capacità o possibilità di interloquire con il medico competente da parte del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori. Troppo spesso, nel 40% dei casi, ciò non avviene. Così come risulta difficile al 39% degli intervistati avere agevole accesso ai dati della sorveglianza sanitaria. Tutto ciò rivela una difficoltà palese per il rappresentante della sicurezza dei lavoratori, soprattutto nelle realtà lavorative con meno di 15 dipendenti, ad agire il proprio ruolo nell’ambito della sorveglianza sanitaria e a contattare il medico competente, che normalmente si incontra solo durante la riunione periodica.

La mancata convocazione della riunione periodica è, dunque, l’anello debole della catena nelle azioni di prevenzione, salute e sicurezza specialmente quando i dipendenti dell’azienda sono pochi.

Per informazioni utili sul ruolo degli Rls nella sorveglianza sanitaria clicca qui.

 

Rischio formaldeide. Un seminario organizzato dal Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano

Il Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita (Ccp), di Viale Gabriele D’Annunzio 15, a Milano riparte con gli incontri periodici di studio sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita. Il primo appuntamento è fissato per mercoledì 28 settembre alle ore 9.00 con il seminario dal titolo Gestione del rischio chimico e cancerogeno in sanità: focus formaldeide. Il seminario è gratuito e si terrà presso il FAST di Piazzale Morandi 2 – Milano, dalle ore 9.00 alle ore 13.30. Una serie di sperimentazioni su animali e di studi di coorte e caso-controllo – si legge nella presentazione all’evento – hanno indotto lo IARC a riprendere in considerazione la relazione tra insorgenza di neoplasie ed esposizione professionale a formaldeide la cui classificazione a partire dal 1 gennaio 2016 è stata modificata da sospetta cancerogena (categoria 2) a cancerogena (categoria 1B)”. Per ulteriori informazioni http://www.lavoroeformazioneincomune.it/centro-cultura-prevenzione-luoghi-lavoro-vita/.

 

La riunione periodica è importante per il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Ecco come fare per arrivare preparati

Se ne è parlato il 29 giugno 2016 al seminario dedicato, tenutosi a Milano presso il Centro per la cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita. Molto interessante l’intervento dal titolo La cassetta degli attrezzi del Rls: la riunione periodica di Tiziana Vai, Responsabile dell’Unità Operativa Territoriale Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro 3 di ATS-Città Metropolitana. La relazione della dottoressa Vai ha messo a fuoco i punti salienti dell’evento riunione periodica, sottolineando per i Rls – Rlst gli aspetti da non trascurare e le azioni da fare, per arrivare preparati all’appuntamento annuale con la riunione periodica, considerata momento centrale nella gestione della prevenzione aziendale. La riunione periodica, infatti, per le aziende con più di 15 dipendenti è prevista dalla legge, all’art. 35 del D.Lgs 81/08, e ha funzioni consuntive e di programmazione sulla gestione dei rischi e sulle azioni di miglioramento. Durante la riunione, con la relazione sulla sorveglianza sanitaria prodotta dal medico competente si può monitorare l’andamento della Sorveglianza sanitaria, verificando il mantenimento del benessere degli addetti, inoltre si possono valutare e misurare gli accadimenti infortunistici e di malattia professionale rilevati durante l’anno e si può programmare la formazione dei lavoratori in ordine a prevenzione, salute e sicurezza. La riunione annuale è anche il momento per valutare l’insorgenza di nuovi rischi legati a nuove attività e programmare accertamenti sanitari su richiesta.

Ciò che importa per il Rls – Rlst è arrivare alla riunione periodica ben preparati, essere certi che ci siano tutti i soggetti aziendali previsti, assicurandosi di avere abbastanza tempo per discutere e confrontarsi.

E’ utile, nell’arco dell’anno, organizzare i sopralluoghi per verificare gli ambienti di lavoro, a partire da quelli meno conosciuti. Lo scopo è quello di raccogliere le osservazioni dei lavoratori, le esigenze, gli obiettivi prioritari, anche organizzando incontri informali coi lavoratori, assemblee dove si discutono problemi e sottoporre ai lavoratori appositi questionari per rilevare i loro disagi. Successivamente è utile al lavoro del Rls – Rlst predisporre un piano d’azione dove inquadrare i dubbi da approfondire e i chiarimenti da richiedere per definire una proposta con obiettivi chiari e prioritari.

Sono queste solo alcune indicazioni che possono tornare utili a chi, nello svolgimento del ruolo di Rls – Rlst, si trova a volte isolato o in difficoltà.

Per approfondire invitiamo a leggere per intero la relazione di Tiziana Vai La cassetta degli attrezzi del Rls. ruolo-rls-e-periodica-tiziana-vai-29-giugno-2016


Informazione e formazione e sorveglianza sanitaria. Se il lavoratore è distaccato ad altra impresa l’obbligo di informazione e formazione sui rischi tipici permane al datore di lavoro originario, la sorveglianza sanitaria a chi fruisce della prestazione lavorativa

L’aggiornamento di giugno 2016 del Decreto 81/08 Testo unico sulla sicurezza recepisce l’interpello n. 8/2016 del 12/05/2016 che chiarisce gli obblighi del datore di lavoro in materia di sorveglianza sanitaria nell’ipotesi di distacco del lavoratore. Ovvero, quando un lavoratore assunto da un determinato datore di lavoro viene posto temporaneamente dal datore di lavoro stesso a disposizione di altro soggetto per un proprio interesse.

All’art. 3 comma 6 del D.Lgs 81/08 è detto che “nell’ipotesi di distacco del lavoratore tutti gli obblighi di prevenzione e protezione sono a carico del distaccatario fatto salvo l’obbligo a carico del distaccante di informare e formare il lavoratore sui rischi tipici generalmente connessi allo svolgimento delle mansioni per le quali egli viene distaccato”.

L’art. 30 del D.Lgs n. 276/2003 prevede che l’ipotesi del distacco si configura quando “un datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di altro soggetto per l’esecuzione di una determinata attività lavorativa”. La domanda formulata alla Commissione per gli Interpelli del Ministero del Lavoro riguardava i casi di distacco del personale da una società capogruppo a società controllate, o viceversa, e in particolare, si chiedeva a quale delle due società, distaccante ovvero distaccataria, sorgesse l’obbligo della sorveglianza sanitaria di cui all’art. 41 del D. Lgs 81/08.

La risposta della Commissione chiarisce ogni dubbio. Nel testo, infatti, si legge “In caso di distacco dei lavoratori gli obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro incombono, in modo differenziato, sia sul datore di lavoro che ha disposto il distacco che sul beneficiario della prestazione. In particolare si sottolinea che “sul distaccante – ovvero il datore di lavoro che ha disposto il distacco – grava l’obbligo di informare e formare il lavoratore sui rischi tipici generalmente connessi allo svolgimento delle mansioni per le quali egli viene distaccato. Al distaccatario, invece, spetta l’onere di ottemperare a tutti gli altri obblighi in materia di sicurezza”.

Rischio da esposizione ai campi elettromagnetici in ambiente di lavoro, in arrivo un nuovo campo di applicazione per i Rlst di Asle

Entro il 1° luglio 2016 l’Italia dovrà recepire la Direttiva europea 2013/35/UE sulle disposizioni minime di sicurezza e salute relative all’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici (Direttiva EMF) che abroga la Direttiva 2004/40/CE. Dal Governo italiano un passo avanti è stato fatto il 2 maggio 2016 quando il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, uno schema di decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva 2013/35/UE.

Il testo prevede modifiche al D.Lgs n. 81/2008 nella parte relativa al CAPO IV, del Titolo VIII, sulla “Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici”. La Direttiva EMF limita anzitutto le esposizioni massime fissando i valori limite di esposizione (VLE) per gli effetti sensoriali e gli effetti sanitari, specificando che i VLE relativi agli effetti sanitari devono sempre essere rispettati. Si sottolinea poi l’importanza della valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro, specificando che per valutare i rischi derivanti dai campi elettromagnetici è necessario “comprendere la natura dei campi presenti”.

Per chi si occupa di salute e sicurezza dei lavoratori come i rappresentanti per la salute e la sicurezza dei lavoratori Rlst di Asle per gli edili, e più in generale per tutti coloro che nel luogo di lavoro svolgono la mansione di Rls si segnala che la Direttiva si occupa anche di formazione informazione dei lavoratori (art. 6), di consultazione e partecipazione dei lavoratori in materia di sicurezza (art. 7) e di sorveglianza sanitaria (art. 8).

La Commissione Europea ha nel frattempo editato una “Guida non vincolante di buone prassi per l’attuazione della direttiva 2013/35/UE relativa ai campi elettromagnetici”, per aiutare i datori di lavoro a ottemperare gli obblighi previsti dalla Direttiva EMF e che a breve saranno recepiti anche dalla legislazione italiana.

Per approfondire visiona la documentazione.

direttiva-201335ue

commissione-europea_guida_campi_elettromagnetici

Rischio amianto. Oggi i più esposti sono i lavoratori dell’edilizia

Oggi i lavoratori più esposti al rischio da amianto sono gli addetti alle bonifiche dei materiali con amianto che rientrano nella categoria degli edili. In ottemperanza alle disposizioni dettate dal D.Lgs 81/08 Titolo XIX, Capo III, sono stati messi a punto percorsi formativi finalizzati alla salvaguardia della salute dei lavoratori. Compito di Rls e Rlst dell’Edilizia è anche quello di vigilare affinché tutte le misure di prevenzione, salute e sicurezza vengano attuate dalle aziende e dai lavoratori addetti. Inoltre il Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori può visionare attentamente i luoghi di rimozione e bonifica accertandosi che non permangano esposte tracce di materiale negli ambienti di lavoro. Il materiale così disperso, infatti, potrebbe essere inalato dai lavoratori non addetti alle operazioni di bonifica che normalmente non indossano i dispositivi di protezione previsti per la prevenzione all’ esposizione amianto.

Un seminario rivolto agli Rls per approfondire il loro ruolo nella valutazione della gestione del rischio amianto lo ha organizzato il Centro di cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano giovedì 5 maggio 2016 presso la sede di Viale D’Annunzio,15 in collaborazione con l’Associazione Italiana Esposti Amianto (Aiea) e il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e del territorio.

Autorevoli e qualificati gli interventi dei relatori. Dopo l’introduzione di Giuseppina Corvino della Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo economico e Università Comune di Milano e la presentazione di Fulvio Aurora dell’Aiea, sono intervenuti Aldo Todaro della Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” che ha illustrato le patologie collegate all’esposizione all’amianto. Dal 2009 lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha riconosciuto due nuove patologie professionali da denunciare: le neoplasie alla laringe e le neoplasie ovariche, che si aggiungono al cancro al polmone e mesotelioma. Arrigo Tassi e Battista Magna dell’Ats Milano – Città Metropolitana hanno spiegato il ruolo svolto dall’Ats riguardo il rischio amianto. Nel 2015 sono stati effettuati 6260 interventi in materia di amianto, oltre all’attività di formazione rivolta agli addetti di bonifica realizzata in collaborazione con l’Ente Scuola Edile Milanese (Esem). Inoltre, solo nella città di Milano l’Ats ha censito più di 6mila siti con materiali contenenti amianto. Molti di questi sono stati bonificati nel tempo con la rimozione di più di 42mila tonnellate di amianto.

Tiziana Tarroppio dell’Inail Direzione regionale Lombardia ha illustrato l’iter per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto e della malattia professionale.

Tra gli Rls relatori: Michele Michelino del Comitato per la Difesa della Salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, Margherita Napoletano del Coordinamento Rls sanità milanese e Modesto Prosperi, Rls del Comune di Milano. I numerosi contribuiti hanno fornito informazioni utili alla platea dei Rls, da utilizzare nell’individuazione e gestione del rischio amianto.

In Lombardia, secondo i dati dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente nel 2012, data dell’ultima  mappatura amianto effettuata da  Arpa Lombardia, restavano da rimuovere oltre 2milioni di metri cubi di amianto, contro 2,8 milioni del 2007. Nel lasso di tempo considerato le bonifiche effettuate hanno prodotto complessivamente una riduzione pari al 27% dovuta alle operazioni di bonifica attraverso rimozioni, demolizioni e, in piccolissima parte, incapsulamenti del materiale.

Per chi volesse approfondire, gli atti del convegno del 5 maggio 2016 sono pubblicati sui siti della del Centro di cultura e prevenzione http://www.lavoroeformazioneincomune.it/centro-cultura-prevenzione-luoghi-lavoro-vita/ e della Consulta interassociativa italiana per la prevenzione (Ciip) http://www.ciip-consulta.it/

Interessanti anche i dati pubblicati da Arpa Lombardia all’indirizzo http://ita.arpalombardia.it/ita/settori/amianto/index.asp.

Via alla Campagna europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”, biennio 2016 – 2017

Conto alla rovescia al lancio della Campagna  2016 – 2017 dal titolo “Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età” promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. Il 14 aprile 2016 a Brussels l’iniziativa sarà presentata alla stampa.

La Campagna si propone di sensibilizzare in merito all’importanza di una buona gestione della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) nel corso della vita lavorativa e di adattare il lavoro alle abilità individuali, dall’inizio al termine della vita lavorativa. Tramite un’adeguata gestione della SSL e delle diversità che contraddistinguono la forza lavoro, è possibile ottenere un invecchiamento sano nel luogo di lavoro e un pensionamento in buona salute.

Sono quattro gli obiettivi principali: promuovere il lavoro sostenibile e l’invecchiamento in buona salute fin dall’inizio della vita lavorativa; prevenire i problemi di salute nel corso dell’intera vita lavorativa; offrire ai datori di lavoro e ai lavoratori modalità per gestire la sicurezza e la salute sul lavoro nel contesto di una forza di lavoro che invecchia; incoraggiare lo scambio di informazioni e buone prassi.

L’intento è quello di promuovere un invecchiamento positivo della forza lavoro europea. L’età pensionabile, infatti, sta crescendo e le vite lavorative probabilmente si allungheranno. Inoltre, il lavoro è considerato positivo per la salute fisica e mentale. Non c’è dubbio che una buona gestione della sicurezza e salute sul lavoro incrementi la produttività e l’efficienza. Queste in sintesi le motivazioni che stanno alla base della scelta del tema.

Oltre a organizzazioni di tutte le dimensioni in tutti i settori, comprese piccole e medie imprese, la campagna è aperta anche a soggetti singoli quali:

dirigenti supervisori e lavoratori

sindacalisti e incaricati attivi nel campo della sicurezza e della salute

professionisti del settore della Salute e sicurezza sul lavoro (SSL) e delle risorse umane

associazioni di categoria

formatori e istruttori

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito EU–OSHA https://www.healthy-workplaces.eu/all-ages-splash-page/

Dopo il lancio di aprile 2016 gli eventi previsti dalla Campagna sono programmati per ottobre 2016 e ottobre 2017 quando si svolgeranno le relative settimane europee per la salute e la sicurezza sul lavoro. Ad aprile 2017,

la presentazione dei premi per le buone prassi nell’ambito della campagna “Ambienti sani e sicuri” mentre a novembre 2017 è previsto il vertice europeo sugli ambienti di lavoro.

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Il contributo di conoscenza ed esperienza del Rlst

I Rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori (Rls – Rlst) possono dare un contributo alla redazione del Documento di valutazione dei rischi (Dvr) anche relativamente ai rischi specifici igienistico-sanitari per i quali il Medico Competente elabora il Programma di Sorveglianza Sanitaria. Dall’attività di verifica e vigilanza delle Asl territoriali si segnala scarsa coerenza tra Dvr e Programma di Sorveglianza Sanitaria, in particolare ove, a fronte di rischi rilevati, nulla risulti nella programmazione della Sorveglianza Sanitaria e viceversa. La legge prevede che il datore di lavoro prima di nominare il medico competente per la stesura del protocollo di sorveglianza sanitaria consulti il rappresentante per la sicurezza dei lavoratori. In questo senso il rappresentante per la sicurezza dei lavoratori gioca un ruolo importante nel rapporto con il medico. Egli, infatti, può contribuire alla corretta individuazione dei rischi da inserire nel Documento di valutazione dei rischi ed è proprio sui rischi segnalati nel Dvr che si sviluppa, poi, l’impostazione pratica della sorveglianza sanitaria.
Il Rlst nell’ambito della programmazione di sorveglianza sanitaria predisposto dall’azienda con il medico competente, tra le altre cose può specificatamente:
– prendere visione del Programma di Sorveglianza Sanitaria;
– valutare la completezza delle informazioni ivi contenute in relazione ai rischi considerati;
– verificare la congruenza del Dvr rispetto al Programma di Sorveglianza Sanitaria
– dare comunicazione al datore di lavoro delle eventuali carenze di valutazione e di programmazione.
La riunione periodica è la sede naturale di una verifica delle azioni di miglioramento relative alla pianificazione aziendale in tema di salute e sicurezza dei lavoratori. Il Dvr e la Sorveglianza Sanitaria sono i documenti analitici e programmatici indispensabili su cui Rls-Rlst sono in grado di dare un contributo di conoscenza ed esperienza.

Etiledil: L’informazione ai lavoratori edili sui rischi da assunzione di bevande alcoliche

Campagna di sensibilizzazione Etiledil promossa da Asle in collaborazione con Asl Milano. L’informazione sui rischi ai lavoratori per la tutela della loro salute è un compito degli Rlst di Asle.

LA SORVEGLIANZA SANITARIA NELLE MICROIMPRESE

Il Progetto Asle “La giornata della salute in edilizia” per le microimprese” ha evidenziato il problema della tutela sanitaria dei lavoratori in edilizia nelle piccole imprese, le cosiddette microimprese con meno di 10 dipendenti. Del campione di lavoratori (181) visitato dai medici inviati da Asle direttamente in cantiere il 55% è formato da lavoratori stranieri che hanno riferito di non possedere il tesserino di attestazione della vaccinazione contro il tetano: profilassi fondamentale contro le infezioni. Per ovviare alla mancanza Asle ha provveduto immediatamente a informare i medici di base dei lavoratori. Ma quand’anche qualche lavoratore avesse smarrito il tesserino dell’antitetanica, certamente il dato rilevato fa riflettere, perchè il 100% degli stranieri visitati ha dichiarato di non averlo mai posseduto. Tutto ciò mette in evidenza con forza quanto nel settore edile il fenomeno della frammentazione delle imprese sia negativo per la tutela della salute dei lavoratori. Tra le imprese piccole con pochi dipendenti, quelle che prevalentemente lavorano in sub appalto, diventa evidentemente difficile organizzare un protocollo efficiente e sistematico di sorveglianza sanitaria, pure previsto dalla legge. Il fatto che 99 lavoratori stranieri su 99 non siano stati in grado di dimostrare di essere vaccinati contro il tetano significa che essi, pur lavorando in aziende regolari, non sono mai stati sottoposti al minimo controllo sanitario. Questa è la situazione verificata da Asle sul territorio di competenza compreso tra le province lombarde di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Si tratta evidentemente di un dato parziale circoscritto a un campione ristretto, che tuttavia rischia di rappresentare la normalità in un segmento del settore edile, quello delle microimprese, che negli ultimi anni è andato sempre più crescendo.

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