Category Archives: Prevenzione dei rischi

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Rischio rumore? Da oggi per conoscerlo basta un click. Scarica la app gratuita rilasciata dal NIOSH per la giusta misurazione

Per la misurazione dei livelli di rumore nei luoghi di lavoro il National Institute for Occupational Safety and Healt (NIOSH) mette gratuitamente a disposizione di chi desidera utilizzarla la Rev. 1.0.0 dell’app ufficiale dell’Istituto.

L’applicazione è disponibile all’indirizzo web https://itunes.apple.com/us/app/niosh-slm/id1096545820?mt=8.

Dal 13 gennaio 2017, data del rilascio dell’applicazione, è dunque  più facile misurare il livello di rumore sui luoghi di lavoro, basta un clic sul proprio iPhone.

Le ricerche effettuate da NIOSH stimano in 22 milioni i lavoratori esposti al rischio rumore nei luoghi di lavoro. L’applicazione denominata NIOSH Sound Level Meter (SLM) è uno strumento efficace per misurare i livelli di rumore nei e fornire parametri di esposizione al rumore. La app può essere utilizzata nelle azioni di prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per elaborare strategie di prevenzione mirate.

Per saperne di più clicca qui.

Contenere i costi aziendali si può. Bene è prevedere il programma di sorveglianza sanitaria e attuare le misure di prevenzione adeguate

Malattie professionali, i settori più a rischio rimangono l’edilizia e l’industria. A dirlo è l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi (Anmil) che riferisce in un rapporto pubblicato a fine novembre 2016 come “l’ambito con il più alto tasso di pericolosità resta quello dell’edilizia. Con una media di circa 3 nuovi malati denunciati ogni giorno negli ultimi due anni il settore – si legge – assorbe un terzo di tutti i nuovi casi in Lombardia”.  E’ noto che in edilizia prevale il rischio di malattie croniche legato a movimentazione manuale dei carichi, rumori, vibrazioni polveri e sostanze chimiche.

Alla luce di tutto ciò appare evidente che per un’azienda edile trascurare la denuncia di malattie professionali tra i propri dipendenti non è opportuno e potrebbe portare a una considerevole lievitazione dei costi aziendali.

In caso di ispezione da parte dell’autorità competente potrebbe accadere, infatti, che i tecnici della prevenzione dell’ATS (Agenzia di Tutela della Salue) dopo aver visionato la documentazione relativa alla prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ovvero il Documento di valutazione dei rischi (Dvr) e il Piano operativo di sicurezza (Pos), e riscontrando l’omissione dell’indicazione di specifiche procedure atte a prevenire nei lavoratori le malattie professionali tipiche, decidano di proseguire con un’indagine più approfondita sui motivi della mancata presenza di lavoratori con patologie professionali segnalate e di conseguenza optino di sanzionare l’azienda, facendo emergere la responsabilità del datore di lavoro nella causa di un danno alla salute di uno o più lavoratori. A questo punto la mancata denuncia di malattia professionale da parte dell’azienda potrebbe diventare anche causa di un rinvio a giudizio per l’inadempienza commessa. In questo caso il datore di lavoro si troverà a dover pagare sia la sanzione dell’ ATS per le omissioni riscontrate nella compilazione di Dvr e Pos, sia le spese legali per il rinvio a giudizio. Ne consegue un considerevole aumento di costi aziendali che, a conti fatti, va ben oltre l’entità di costi da sostenere per la corretta e completa compilazione di Dvr e Pos e l’attivazione di un programma di sorveglianza sanitaria rispettoso delle norme previste dal Legislatore.

Il ruolo di Rls e Rlst nella valutazione dei rischi

Ruolo degli Rls nella valutazione dei rischi è il titolo del seminario in programma per mercoledì 23 novembre 2016 presso il Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano, in Viale d’Annunzio 15. Si tratta del secondo appuntamento della stagione organizzato dalla Casa degli Rls di Milano.

Dopo il ruolo del Rls nella Sorveglianza Sanitaria affrontato nell’incontro del 5 ottobre 2016 è ora la volta del Documento di Valutazione dei Rischi

Gli incontri sono sempre molto interessanti e costituiscono un’occasione di confronto per i Rls e Rlst che vi partecipano. Con l’aiuto dei relatori durante la mattinata di mercoledì 23 novembre saranno messe a fuoco le tre direttrici di lavoro da intraprendere quando si tratta di valutare il rischio nei luoghi di lavoro. Si parlerà, dunque di partecipazione, personalizzazione e pesatura dei rischi  al fine di arrivare alla stesura di un documento di valutazione che sia valido e articolato,  con particolare riferimento al ruolo del Rappresentante per la salute e sicurezza dei lavoratori. Il Rlst, infatti, è tenuto a partecipare alla stesura del documento e deve essere consultato dal Datore di lavoro così come previsto all’art. 50 del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs 81/08).

Per leggere il programma e registrarti al convegno clicca qui.

 

Formaldeide, cancerogeno del Gruppo 1. Rivedere il Documento di Valutazione dei Rischi

Il Regolamento UE n. 895/201, recante modifica all’ allegato XIV del Regolamento CE N. 1907/2006 (Regolamento Reach) precisa che la formaldeide risponde ai criteri di classificazione come sostanza cancerogena – categoria B1 e che, a partire dal 1 gennaio 2016, tale classificazione comporta ai fini della gestione della salute e della sicurezza, l’applicabilità del D. Lgs. 81/08, Titolo IX, Capo II (Protezione da agenti cancerogeni e mutageni).

La formaldeide è causa di tumori naso-faringei e di una forma di leucemia. Il materiale si può trovare in molti prodotti per l’edilizia. Si citano, in particolare, il compensato di legno massiccio utilizzato per pannelli e accessori, le tavole di legno compensato usate per rivestimenti, armadi, ripiani e pavimentazione in legno laminato. Formaldeide è presente nei pannelli fonoassorbenti dei controsoffitti, nelle pareti divisorie degli uffici open space e si trova anche in alcune resine e collanti.

Nel caso di utilizzo di formaldeide in ambito aziendale risulta dunque necessario revisionare il Documento di Valutazione dei Rischi sulla base degli “obblighi del datore di lavoro” di cui agli articoli 235 e seguenti del Testo Unico sulla sicurezza (D. Lgs 81/08). Lo scopo è quello di “evitare o ridurre” l’utilizzo dell’agente cancerogeno (articolo 235 comma 1).
Va da sé che anche la sorveglianza sanitaria debba essere adeguata e aggiornata alle prescrizioni dell’articolo 242.

Formaldeide, rischio cancerogeno in edilizia. Che fare in caso di ristrutturazione

Formaldeide, rischio cancerogeno diffuso anche in edilizia. Scopri cosa fare in caso di ristrutturazione edile

In edilizia la formaldeide si può trovare in molti prodotti. Si citano, in particolare, il compensato di legno massiccio utilizzato per pannelli e accessori, le tavole di legno compensato usate per i rivestimenti, gli armadi, i ripiani e le pavimentazione in legno laminato. Formaldeide è presente anche nei pannelli fonoassorbenti dei controsoffitti, nelle pareti divisorie degli uffici open space e si trova in alcune resine e collanti. Inoltre la formaldeide si può sviluppare a seguito della degradazione dei materiali da costruzione. Si tratta di una sostanza cancerogena che può provocare tumori naso-faringei e una forma di leucemia. Normalmente la si trova allo stato gassoso, è incolore e dall’odore penetrante. Risulta solubile nell’acqua e viene catalogata come composto organico volatile (COV). Per questa sua caratteristica i prodotti che la contengono la rilasciano con molta facilità nell’aria circostante e diventa facile inalarla.

 

Ecco cosa fare in caso di ristrutturazione edilizia

Di seguito alcuni consigli pratici per affrontare il tema della formaldeide in edilizia nel caso di interventi di ristrutturazione e recupero edilizio. Anzitutto occorre fare attenzione ad alcuni prodotti in legno

Evitare l’uso di prodotti di legno contenenti resine urea-formaldeide (UF), quali:

  • compensato di legno massiccio utilizzato per pannelli, accessori e altri prodotti
  • tavole di legno compensato usate per rivestimenti, armadi, ripiani, pavimentazione in legno laminato;
  • tavole di legno a fibra di media densità (MDF) usato per ripiani, accessori, porte, pavimentazione in legno laminato.
  • armadi e pavimentazioni in laminato in quanto, se nuovi, contengono elevate quantità di formaldeide.

L’attuale norma europea distingue i pannelli di legno in tre diverse classi: E1, E2, E3 identificando con E1 la categoria a minore emissione. Pertanto un tecnico e il consumatore devono, ove non fosse fornita, richiedere la certificazione del pannello o mobile acquistato e preferire solo quelli della categoria E1 (bassa concentrazione di formaldeide) indicata nell’etichettatura.
 

Niente resine

Sostituire i vecchi materiali con quelli privi di resine come il legno massello, cartongesso, acciaio inossidabile, mattoncini forati, piastrelle e altri materiali di muratura.
 

Isolanti a bassa emissione di formaldeide

Favorire materiali d’isolamento che non emettano o siano a bassa emissione di formaldeide, quali i pressati di legno contenenti resine fenolo-formaldeide (PF) o resine metilen-diisocianati (MDI). Gli isolanti migliori sono quelli naturali, igroscopici e traspiranti. Evitare tinteggiature e vernici acriliche.
 

Verniciare e aerare

Aerare bene i locali durante e dopo l’applicazione di vernici, rivestimenti liquidi e carta da parati, anche utilizzando dei ventilatori. In caso di presenza di concentrazioni di formaldeide, rivolgersi ad un tecnico competente per la rilevazione come gli Esperti in Edificio Salubre presenti in ogni zona d’Italia.
 

Sistemi di ventilazione

In caso di nuove costruzioni oppure in occasione di una ristrutturazione rilevante è bene valutare l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata. Serve per risparmiare energia e contenere l’inquinamento indoor.
Parte delle informazioni pubblicate sono tratte dal seguente link: http://www.ediltecnico.it/36941/formaldeide-cancerogena-come-intervenire-in-edilizia/
 
 

Stress e lavoro correlato. Fondamentale il ruolo del Rls-Rlst per una buona valutazione del rischio

Presentata a dirigenti sindacali e rappresentanti dei lavoratori (Rls e Rlst) la Linea di indirizzo regionale dal titolo La consultazione del Rls nella Valutazione e Gestione del rischio stress in ambiente di lavoro approvata da Regione Lombardia il 30 giugno 2016. Ottimo il riscontro ottenuto dal convegno di lunedì 12 settembre organizzato da Cgil, Cisl e Uil Lombardia sull’argomento. Erano più di duecento a Sesto San Giovanni (MI) i partecipanti che hanno riempito la sala Spazio Mil di via Granelli. Raffaele Latocca, Coordinatore del laboratorio regionale Stress lavoro correlato, illustrando il documento ha messo in evidenza l’importanza del ruolo del rappresentante dei lavoratori (Rls o Rlst) nel processo di valutazione del rischio stress. “Il contributo del Rls è fondamentale – ha detto Latocca – nello specifico la consultazione del rappresentante dei lavoratori è importante, perché  può fornire l’informazione qualificata utile a orientare la giusta decisione”. Nell’ambito della commissione valutativa il rappresentante dei lavoratori dovrebbe essere considerato una figura chiave, in quanto portatore di conoscenza. Il Rls-Rlst, infatti, per la specificità della mansione che è chiamato a svolgere conosce il vissuto dei singoli lavoratori e può interpretare al meglio quegli aspetti di difficile determinazione che aiutano a ridurre il rischio stress per le persone al lavoro. E’ bene, dunque, che la presenza del rappresentante dei lavoratori sia garantita sin dall’inizio della valutazione. Si tratta, poi, di sviluppare una pratica di informazione virtuosa che garantisca una maggiore conoscenza dei problemi, specifici per ogni settore, e che possa portare all’ acquisizione di un contenuto ponderato sul disagio vissuto dalle persone. Nel documento regionale si insiste sul fatto che il rappresentante dei lavoratori sia consultato sin dall’inizio del processo di valutazione, per raggiungere il difficile obiettivo di valutazione dei questo tipo di rischio che risulta particolarmente sfuggente a logiche meccanicistiche. In qualità di rappresentanti dei lavoratori in una testimonianza video sono intervenute Emanuela Passerini, Rls Fim-CISL, Monica Gaspari, Rlst FeNeal-UIL e Emanuela Adorno, Rls Fisac-CGIL. Si rileva che purtroppo, ad oggi, il coinvolgimento del rappresentante di lavoratori nella commissione valutativa per il rischio stress è assente e il Rls viene consultato solo successivamente. Le organizzazioni sindacali hanno partecipato al tavolo di lavoro che ha portato alla stesura della Linea di indirizzo regionale e il documento denuncia infatti l’ampia sottovalutazione della figura di Rls e Rlst nel processo valutativo del rischio stress lavoro correlato.  Al convegno con i rappresentanti regionali di CGIL, CISL e UIL: Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia che ha aperto i lavori, Angelo Urso, segretario regionale Uil Lombardia, moderatore e Massimo Balzarini, segretario regionale Cgil Lombardia in conclusione, hanno partecipato tutte le parti istituzionali interessate. Oltre a Latocca si citano Tommaso Russo della Direzione Generale al Welfare Regione Lombardia, Maria Rosaria Spagnuolo, responsabile area Salute sicurezza sul lavoro di Assolombarda, Antonio Traficante, direttore Inail.

Il ruolo del Rls-Rlst nella valutazione del rischio stress e lavoro correlato

Lunedì 12 settembre 2016 un convegno organizzato “ad hoc” da Cgil, Cisl e Uil Lombardia. A Sesto San Giovanni presso lo spazio MIL in via Granelli 1, dalle 9.30 alle 13, per fare il punto sulle strategie da attuare sul fronte della valutazione dei rischi dello stress lavoro correlato e sulle iniziative di prevenzione da intraprendere  dopo l’approvazione da parte di Regine Lombardia della Linea d’indirizzo La consultazione del Rls nella Valutazione e Gestione del rischio stress in ambiente di lavoro. La Linea guida regionale approvata il 30 giugno 2016 è il risultato di un lavoro congiunto tra parti sociali, istituzioni e specialisti. Il convegno dal titolo Stress lavoro correlato. Persona, organizzazione del lavoro e valutazione dei rischi è rivolto al gruppo dirigente e ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Intervengono: Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia, Stefano Gheno, docente di Psicologia delle risorse umane università Cattolica del Sacro Cuore, Raffaele Latocca, coordinatore del Laboratorio Regionale Stress Lavoro Correlato, Giulio Gallera, assessore al Welfare Regione Lombardia, Maria Rosaria Spagnuolo, responsabile area Salute sicurezza sul lavoro di Assolombarda, Antonio Traficante, direttore Inail Lombardia, Angelo Urso, segretario regionale Uil Lombardia, Massimo Balzarini, segretario regionale Cgil Lombardia.

Locandina con programma

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Campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri 2016-2017, via al concorso “Premio buone pratiche”. C’è tempo fino al 30 settembre per iscriversi

Scade il 30 settembre 2016 il termine di presentazione degli esempi di buone pratiche sull’invecchiamento attivo messe in atto nei luoghi di lavoro, per la partecipazione al concorso “Premio buone pratiche” nell’ambito della campagna europea Ambienti di lavoro sani e sicuri promossa da Eu-Osha, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. Il concorso è organizzato dall’Agenzia di Bilbao in cooperazione con gli Stati membri e le presidenze del Consiglio dell’UE, per riconoscere contributi eccezionali e innovativi alla sicurezza e alla salute negli ambienti di lavoro. Nell’ambito della campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età 2016 – 2017 il “Premio buone pratiche” mira a mettere in evidenza esempi significativi di organizzazioni che gestiscono attivamente la sicurezza e la salute sul lavoro nel contesto di una forza lavoro che invecchia. Gli esempi di buone pratiche possono essere presentati da ditte individuali e organizzazioni di tutte le dimensioni, enti che offrono formazione, organizzazioni di datori di lavoro, associazioni di categoria, sindacati e organizzazioni non governative, servizi regionali e locali per la prevenzione in materia di sicurezza e salute sul lavoro, servizi di assicurazione e altre organizzazioni intermediarie. Per partecipare al concorso occorre compilare il modulo scaricabile dal link https://www.inail.it/cs/internet/istituto/focal-point-italia/concorso-europeo-buone-pratiche.html ed inviarlo all’indirizzo mail f.grosso@inail.it. Il modulo deve essere compilativo (9000 caratteri, al massimo 5 cartelle) e foto o tabelle o altri materiali devono essere allegati al modulo stesso. Per ulteriori informazioni, è possibile inviare una mail all’indirizzo f.grosso@inail.it. Le candidature saranno valutate in prima battuta dall’Inail, focal point italiano di EU-OSHA. Successivamente i vincitori nazionali parteciperanno al concorso paneuropeo in cui verranno selezionati i vincitori assoluti che riceveranno il premio in occasione di una cerimonia programmata per il mese di aprile del 2017, durante la quale saranno presentati i risultati raggiunti da tutti i partecipanti. Inoltre i dettagli relativi alle buone pratiche premiate saranno riportati in una pubblicazione che sarà ampiamente distribuita in tutta Europa e promossa sul sito web dell’EU-OSHA.

Per saperne di più:

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/campagne.html

https://www.healthy-workplaces.eu/it/good-practice-awards.

Campi elettromagnetici: dal 2 settembre 2016 in vigore il nuovo decreto 159/2016. Definiti i parametri per la valutazione dei rischi e la formazione e informazione ai lavoratori

Sarà in vigore da domani 2 settembre 2016 il Decreto Legislativo 1 agosto 2016 n. 159 sui campi elettromagnetici. Il nuovo decreto, infatti, recepisce e attua la direttiva 2013/38/UE sulle disposizioni minime di sicurezza dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) e abroga la precedente direttiva 2007/40/CE.

La novità importante per i lavoratori e i rappresentanti per la sicurezza sui luoghi di lavoro riguarda l’informazione e la formazione.

Allo scopo nel testo D.Lgs 81/08 è stato introdotto l’articolo 210 bis, dove si precisa che lavoratori e Rls dovranno ricevere le informazioni e la formazione necessarie in relazione al risultato della valutazione dei rischi con particolare riguardo agli eventuali effetti indiretti dell’esposizione; alla possibilità di sensazioni e sintomi transitori dovuti a effetti sul sistema nervoso centrale o periferico; alla possibilità di rischi specifici nei confronti di lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio, quali i soggetti portatori di dispositivi medici o di protesi metalliche e le lavoratrici in stato di gravidanza.

Oltre agli obblighi di informazione e formazione le novità introdotte dal decreto attuativo riguardano la protezione dalle esposizione in campi da bassa frequenza e la sorveglianza sanitaria. L’articolo 209 definisce con maggiore chiarezza, anche rispetto all’aggiornamento di giugno 2016 del D.Lgs 81/08, le modalità e i parametri di calcolo da tenere in considerazione per una corretta valutazione del rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori in ambiente lavorativo.

Modificati anche gli articoli 206, 207, 209, 210, 211 e 212.

Per saperne di più consulta il testo della legge decreto-legislativo-1-agosto-2016-n-159

La riunione periodica è importante per il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Ecco come fare per arrivare preparati

Se ne è parlato il 29 giugno 2016 al seminario dedicato, tenutosi a Milano presso il Centro per la cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita. Molto interessante l’intervento dal titolo La cassetta degli attrezzi del Rls: la riunione periodica di Tiziana Vai, Responsabile dell’Unità Operativa Territoriale Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro 3 di ATS-Città Metropolitana. La relazione della dottoressa Vai ha messo a fuoco i punti salienti dell’evento riunione periodica, sottolineando per i Rls – Rlst gli aspetti da non trascurare e le azioni da fare, per arrivare preparati all’appuntamento annuale con la riunione periodica, considerata momento centrale nella gestione della prevenzione aziendale. La riunione periodica, infatti, per le aziende con più di 15 dipendenti è prevista dalla legge, all’art. 35 del D.Lgs 81/08, e ha funzioni consuntive e di programmazione sulla gestione dei rischi e sulle azioni di miglioramento. Durante la riunione, con la relazione sulla sorveglianza sanitaria prodotta dal medico competente si può monitorare l’andamento della Sorveglianza sanitaria, verificando il mantenimento del benessere degli addetti, inoltre si possono valutare e misurare gli accadimenti infortunistici e di malattia professionale rilevati durante l’anno e si può programmare la formazione dei lavoratori in ordine a prevenzione, salute e sicurezza. La riunione annuale è anche il momento per valutare l’insorgenza di nuovi rischi legati a nuove attività e programmare accertamenti sanitari su richiesta.

Ciò che importa per il Rls – Rlst è arrivare alla riunione periodica ben preparati, essere certi che ci siano tutti i soggetti aziendali previsti, assicurandosi di avere abbastanza tempo per discutere e confrontarsi.

E’ utile, nell’arco dell’anno, organizzare i sopralluoghi per verificare gli ambienti di lavoro, a partire da quelli meno conosciuti. Lo scopo è quello di raccogliere le osservazioni dei lavoratori, le esigenze, gli obiettivi prioritari, anche organizzando incontri informali coi lavoratori, assemblee dove si discutono problemi e sottoporre ai lavoratori appositi questionari per rilevare i loro disagi. Successivamente è utile al lavoro del Rls – Rlst predisporre un piano d’azione dove inquadrare i dubbi da approfondire e i chiarimenti da richiedere per definire una proposta con obiettivi chiari e prioritari.

Sono queste solo alcune indicazioni che possono tornare utili a chi, nello svolgimento del ruolo di Rls – Rlst, si trova a volte isolato o in difficoltà.

Per approfondire invitiamo a leggere per intero la relazione di Tiziana Vai La cassetta degli attrezzi del Rls. ruolo-rls-e-periodica-tiziana-vai-29-giugno-2016


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