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Relazione annuale Inail 2017: 641mila le denunce di infortunio. 617 i casi mortali riconosciuti. Tendenza in aumento per le malattie professionali. E nei primi cinque mesi del 2018 più infortuni mortali ma fuori dal luogo di lavoro

Il 26 giugno scorso a Montecitorio davanti al Presidente Sergio Mattarella, Massimo De Felice, Presidente Inail, ha presentato la Relazione annuale con l’andamento del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali in Italia.
Rispetto al 2016 il dato delle denunce effettuate, 641 mila, rimane sostanzialmente invariato (-0,08%) mentre, prendendo come riferimento il 2012, gli infortuni diminuiscono di circa il 14%.
Nel 2017 gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati poco meno di 417 mila di cui il 19% avvenuto con “mezzo di trasporto” o “in itinere”.

Quelli effettivamente accaduti in azienda sono circa 337 mila.
Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono stati complessivamente 617: 257 in azienda e 360 pari al 58% avvenuti in itinere, con una riduzione complessiva del 2,8% rispetto al 2012.

Tutto ciò in un contesto occupazionale mutato secondo l’Istat, che registra una variazione del tasso di occupazione passata dal 56,6% del 2012 al 58% del 2017.
Dai dati mensili Inail dei primi cinque mesi del 2018 emerge che da gennaio a maggio i casi mortali denunciati all’Istituto sono stati 389, quattordici in più rispetto allo stesso periodo del 2017.
Anche in questo caso, però, l’aumento riguarda i casi avvenuti “in itinere”, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, passati da 104 a 118, mentre per gli eventi accaduti “in occasione di lavoro” le denunce di infortunio sono stabili: 271 in entrambi i periodi.

Nel 2017 le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail raggiungono quota 58mila, 2.200 in meno rispetto al 2016 ma in aumento di un quarto se riferite al 2012.

Considerati sul medio periodo 2012-2017 i dati Inail rivelano una tendenza interessante per l’aumento delle denunce per malattie professionali portando finalmente alla luce una realtà, quella delle malattie professionali appunto, che solo una decina di anni fa non emergeva in modo così evidente.

Fonte: Inail

Eu-Osha. Più prevenzione per le malattie correlate al lavoro

E’ on line la nuova sezione del sito dell’Agenzia europea per la Salute e Sicurezza dedicata alla prevenzione delle malattie correlate al lavoro

L’obiettivo è quello di lavorare insieme per una maggiore salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.

Stime recenti hanno evidenziato che le malattie correlate al lavoro causano circa 200.000 decessi l’anno in Europa

Le malattie e gli infortuni legati al lavoro rappresentano un costo per l’Unione europea pari a circa 476 miliardi di Euro, che potrebbero essere risparmiati attraverso le giuste strategie, politiche e pratiche in materia di sicurezza e salute sul lavoro (SSL). La sensibilizzazione nei confronti di queste malattie, compresi i tumori professionali, è una priorità per l’Agenzia europea per la Salute e Sicurezza (Eu-Osha).
La ricerca condotta dall’Ageniza europea mira a fornire una base comprovata di conoscenze per l’elaborazione delle politiche e contribuire a condividere buone pratiche in materia di prevenzione e riabilitazione. Nella sua attività di ricerca recente, l’Eu-Osha si è concentrata sui sistemi di allarme e sentinella in materia di sicurezza e salute sul lavoro, sulle malattie sul lavoro causate da agenti biologici, nonché sulla riabilitazione e sul rientro al lavoro dei lavoratori dopo una terapia oncologica.

Per saperne di più clicca qui
Fonte: EU-OSHA

Silice cristallina respirabile: il parlamento europeo approva la direttiva che introduce nuovi valori limite per l’esposizione a sostanze pericolose

Pubblicata il 27 dicembre 2017 sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la direttiva UE 2017/2398 (L.345/87) del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. Ci sono due anni di tempo per acquisire le modifiche negli ordinamenti nazionali.
La direttiva propone di fissare valori limite per altri 11 agenti cancerogeni, oltre a quelli contemplati dalla direttiva 2004/37/CE in vigore.
La nuova legge europea entrerà in vigore il 16 gennaio 2018 e dovrà essere recepita dagli stati membri entro il 17 gennaio 2020.

Ma cosa cambierà? Per il settore delle costruzioni la novità più significativa riguarda l’inserimento della silice cristallina respirabile (RCS o SLC) tra le sostanze cancerogene e mutagene nell’allegato XLIII del D. Lgs 81/08 con relativo valore minimo di esposizione fissato a 0,1mg/m3, così come espresso nella direttiva 2017/2398 nell’art. 1 punti 3 e 4 e nell’Allegato 3. C’è poi la riduzione del valore limite per l’esposizione alle polveri di legno che passa da 0,5 a 0,2 mg/m3

In base alle nuove disposizioni europee i datori di lavoro dovranno individuare e valutare i rischi derivanti per i lavoratori dall’esposizione a specifici agenti cancerogeni e mutageni ed evitare l’esposizione ove siano presenti tali rischi. Si potrà intervenire anche sulla sorveglianza sanitaria. Il medico o l’autorità preposta alla sorveglianza medica dei lavoratori negli Stati membri, infatti, potrà segnalare la necessità di proseguire la sorveglianza sanitaria dopo la fine dell’esposizione per il periodo di tempo che riterrà necessario per proteggere la salute del lavoratore interessato.
Secondo le stime della Commissione europea, in Italia i lavoratori esposti alla silice cristallina respirabile sono circa 220.000.
L’introduzione della nuova normativa farà diminuire la spesa sanitaria per i trattamenti di cura e riabilitazione.
Si conta di evitare circa 100.000 decessi nei prossimi 50 anni, principalmente in relazione ai seguenti agenti chimici: silice cristallina (98.670), cromo VI (1.670) e fibre ceramiche refrattarie (50).
Ogni anno, il 53% dei decessi professionali nell’UE è attribuito al cancro, contro il 28% per malattie circolatorie e il 6% per quelle respiratorie. I tipi più comuni di cancro professionale sono il tumore ai polmoni, il mesotelioma causato dall’esposizione alle particelle di amianto e il cancro della vescica.
Le nuove regole garantiranno una migliore tutela soprattutto per chi lavora nel settore edile, nell’industria chimica, automobilistica, alimentare e tessile, nella lavorazione del legno e dei mobili, nel settore sanitario e negli ospedali.

 

Dati Inail: nei primi sette mesi del 2017 diminuiscono le malattie professionali

Sono on line gli open data dell’Inail che evidenziano come tra gennaio e luglio 2017 siano stati denunciati 380mila infortuni sul lavoro, 591 dei quali con esito mortale mentre prosegue il trend in calo delle denunce relative a tecnopatie. Le denunce di malattia professionale pervenute e protocollate risultano 36.224, 1.336 in meno rispetto allo stesso periodo 2016 (-3,6%).
Dopo anni di continua crescita, il calo delle tecnopatie denunciate conferma per quest’anno l’andamento già rilevato nei mesi scorsi.

Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, con quelle del sistema nervoso e dell’orecchio, continuano a rappresentare le tecnopatie più denunciate (75,8% del complesso dei casi).

Complessivamente le denunce d’infortunio pervenute all’Inail sono state 380.236, 4.750 in più rispetto allo stesso periodo del 2016 (+1,3%), per effetto di un aumento infortunistico dell’1,2% registrato per i lavoratori (2.832 casi in più) e dell’1,4% per le lavoratrici (oltre 1.900 in più). All’incremento hanno contribuito soltanto la gestione Industria e servizi (+2,1%) e la gestione Conto Stato dipendenti (+3,6%), mentre Agricoltura e Conto Stato studenti delle scuole pubbliche statali hanno fatto segnare un calo pari, rispettivamente, al 5,0% e all’1,9%.
A livello territoriale, le denunce d’infortunio sono aumentate al Nord (oltre 5.800 casi in più) e, in misura più contenuta, al Centro (+245), mentre hanno fatto registrare una diminuzione al Sud (-985) e nelle Isole (-337).
Gli aumenti maggiori, in valore assoluto, si sono registrati in Lombardia (+2.821 denunce) ed Emilia Romagna.
I casi di infortunio mortale presentati all’Istituto nei primi sette mesi di quest’anno sono state 591, 29 in più rispetto ai 562 decessi dell’analogo periodo del 2016 (+5,2%).
L’incremento è legato principalmente alla componente maschile, i cui casi mortali sono saliti da 506 a 531 (+4,9%), mentre quella femminile ha fatto registrare un aumento di quattro casi, da 56 a 60 decessi (+7,1%).
Fonte Inail

Malattie professionali. Tra gli edili in Lombardia oltre il 27% dei casi presenta un nesso causale positivo tra mansione e insorgere della malattia

Pubblicato dall’Inail il settimo rapporto sull’andamento delle malattie professionali Malprof 2011-2012. Eseguito per tutto il territorio nazionale il rapporto presenta dati e tabelle su base regionale.
Pubblichiamo di seguito alcuni stralci del Rapporto Inail Malprof 2011 – 2012 con riferimento ai dati relativi alla Lombardia.
Il settore delle costruzioni è tra i più colpiti e  anche in Lombardia risulta essere quello con il maggior numero di casi segnalati: con il 15,5% nel 2011 e il 15,8% nel 2012.

Dall’analisi dei dati emerge che nel 2011 il 23,5% dei casi tra i lavoratori attivi nell’industria estrattiva ed edilizia sono stati colpiti da malattia professionale evidenziando un nesso causale positivo tra mansione svolta e insorgere della malattia, nel 2012 la percentuale sale al 27,5%.

Dunque sono soprattutto i lavoratori con mansioni legate al settore dell’edilizia che presentano patologie lavoro correlato.
Il settore delle costruzioni detiene il triste primato per i mesoteliomi con 100 casi segnalati sul totale di 567 rilevati nell’intero biennio e, con il settore della produzione dei metalli, anche per i tumori dell’apparato respiratorio: 277 casi segnalati in due anni. Inoltre gli edili sono i lavoratori più colpiti da sindrome da tunnel carpale, ipoacusie e malattie della cute. I comparti delle costruzioni e della sanità raccolgono con maggior frequenza rispetto agli altri settori anche le 1.660 patologie del rachide. Le patologie muscolo- scheletriche, diverse dal tunnel carpale, sono in totale, per i due anni, 1.147 e, anche qui, gli edili compaiono con maggior frequenza.
Il sistema di sorveglianza dell malattie professionali Malprof  nella regione Lombardia è attivo dal 1999 ed è dotato di una struttura organizzativa basata su una rete di operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro (Spsal) individuati come referenti di Asl. Attualmente il registro raccoglie i casi riferiti a malattie correlate al lavoro o presunte tali, e le informazioni in esso contenute vengono correntemente utilizzate, sia a livello regionale che di singola Asl, per la conoscenza del fenomeno e per orientare gli interventi preventivi.

FONTE: Rapporto Mal-Prof INAIL 2011-2012

Malattia professionale e infortunio. Il certificato arriva all’Inail solo per via telematica: si apre la pratica e inizia l’istruttoria

Il certificato di malattia professionale o infortunio arriva all’ Inail esclusivamente per via telematica dal medico che presta la prima assistenza a un lavoratore infortunato sul lavoro o affetto da malattia professionale. Questa la novità introdotta dall’art. 21 del D.Lgs n. 151/2015 entrato in vigore a settembre 2015. La circolare del Ministero del Lavoro n. 7348 del 17/03/2016 specifica inoltre che “l’invio deve essere effettuato nell’arco massimo delle 24 ore del giorno successivo dalla prestazione effettuata e che per prima assistenza si intende prestazione professionale qualificata rientrante nell’ambito di procedure organizzative strutturate per fornire assistenza medica, anche solamente di base”. Il certificato, dunque, può essere inoltrato da qualunque medico che lavori alle dipendenze di strutture ospedaliere o da un medico di base. Inoltre il certificato medico di malattia professionale e/o infortunio contestualmente alla denuncia di malattia professionale e/o infortunio del datore di lavoro costituiscono la documentazione necessaria perché si attivi l’iter per il riconoscimento di malattia professionale o infortunio presso l’Inail.

Entro cinque giorni dalla ricezione del primo certificato di malattia professionale e/o infortunio il datore di lavoro è tenuto, a sua volta, a inoltrare telematicamente la denuncia di malattia professionale e/o infortunio all’Inail.

Nel caso in cui il datore di lavoro sia un artigiano, l’obbligo di denuncia è in capo allo stesso.

Nello specifico della malattia professionale la cui causa, a differenza dell’infortunio, è lenta e progressiva e può agire anche dopo molto tempo, occorre anche dimostrare che essa è stata contratta nell’esercizio e a causa della lavorazione. Ovvero deve essere dimostrata la causalità della malattia per motivi professionali. Per mancanza di una definizione di malattia professionale il legislatore ha adottato due tabelle, una per l’industria e l’atra per l’agricoltura, in cui sono elencate le malattie di origine professionale, le lavorazioni che possono provocarle, il periodo massimo entro cui la malattia deve manifestarsi dall’abbandono del lavoro.

L’Inail, ricevuti il certificato e la denuncia di malattia professionale apre la pratica e inizia l’istruttoria del caso. Se si tratta di malattie tabellate si verifica anzitutto che il lavoratore sia stato effettivamente adibito alle mansioni previste dalla tabella e in ogni caso, malattia tabellata o non tabellata, l’Inail richiede documentazione di verifica sia al datore di lavoro sia al lavoratore. Dal 1988 la Corte Costituzionale con sentenza 179/88 ha introdotto anche la possibilità per il lavoratore di provare l’origine professionale di malattie non tabellate. Anche il lavoratore, dunque, può dimostrare l’origine professionale di una malattia e in questo ambito trovano spazio tutte le malattie di cui il lavoratore è in grado di dimostrare la natura professionale. Resta a suo carico provare l’origine professionale della malattia con elementi probatori che dimostrino l’effettiva esposizione al rischio.

I documenti richiesti dall’Inail per provare la malattia professionale sono i seguenti:

Copia del documento di Valutazione dei Rischi e sue modifiche

Esiti delle visite mediche preventive e periodiche

Copia della cartella sanitaria redatta dal medico competente

Invito a visita del medico legale

Compilazione di appositi questionari secondo la tipologia di malattia

Relazioni del lavoratore sul proprio mansionario

Eventuale ispezione

Visure incrociate con archivi INAIL/INPS per verificare la carriera lavorativa dell’assicurato

Copia del libretto di lavoro

Manuali d’uso e manutenzione dei macchinari utilizzati

Per approfondimenti:

circolare-n-7348-del-17032016

inail-lodi_le-malattie-professionali

Rischio amianto. Oggi i più esposti sono i lavoratori dell’edilizia

Oggi i lavoratori più esposti al rischio da amianto sono gli addetti alle bonifiche dei materiali con amianto che rientrano nella categoria degli edili. In ottemperanza alle disposizioni dettate dal D.Lgs 81/08 Titolo XIX, Capo III, sono stati messi a punto percorsi formativi finalizzati alla salvaguardia della salute dei lavoratori. Compito di Rls e Rlst dell’Edilizia è anche quello di vigilare affinché tutte le misure di prevenzione, salute e sicurezza vengano attuate dalle aziende e dai lavoratori addetti. Inoltre il Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori può visionare attentamente i luoghi di rimozione e bonifica accertandosi che non permangano esposte tracce di materiale negli ambienti di lavoro. Il materiale così disperso, infatti, potrebbe essere inalato dai lavoratori non addetti alle operazioni di bonifica che normalmente non indossano i dispositivi di protezione previsti per la prevenzione all’ esposizione amianto.

Un seminario rivolto agli Rls per approfondire il loro ruolo nella valutazione della gestione del rischio amianto lo ha organizzato il Centro di cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano giovedì 5 maggio 2016 presso la sede di Viale D’Annunzio,15 in collaborazione con l’Associazione Italiana Esposti Amianto (Aiea) e il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e del territorio.

Autorevoli e qualificati gli interventi dei relatori. Dopo l’introduzione di Giuseppina Corvino della Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo economico e Università Comune di Milano e la presentazione di Fulvio Aurora dell’Aiea, sono intervenuti Aldo Todaro della Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” che ha illustrato le patologie collegate all’esposizione all’amianto. Dal 2009 lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha riconosciuto due nuove patologie professionali da denunciare: le neoplasie alla laringe e le neoplasie ovariche, che si aggiungono al cancro al polmone e mesotelioma. Arrigo Tassi e Battista Magna dell’Ats Milano – Città Metropolitana hanno spiegato il ruolo svolto dall’Ats riguardo il rischio amianto. Nel 2015 sono stati effettuati 6260 interventi in materia di amianto, oltre all’attività di formazione rivolta agli addetti di bonifica realizzata in collaborazione con l’Ente Scuola Edile Milanese (Esem). Inoltre, solo nella città di Milano l’Ats ha censito più di 6mila siti con materiali contenenti amianto. Molti di questi sono stati bonificati nel tempo con la rimozione di più di 42mila tonnellate di amianto.

Tiziana Tarroppio dell’Inail Direzione regionale Lombardia ha illustrato l’iter per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto e della malattia professionale.

Tra gli Rls relatori: Michele Michelino del Comitato per la Difesa della Salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, Margherita Napoletano del Coordinamento Rls sanità milanese e Modesto Prosperi, Rls del Comune di Milano. I numerosi contribuiti hanno fornito informazioni utili alla platea dei Rls, da utilizzare nell’individuazione e gestione del rischio amianto.

In Lombardia, secondo i dati dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente nel 2012, data dell’ultima  mappatura amianto effettuata da  Arpa Lombardia, restavano da rimuovere oltre 2milioni di metri cubi di amianto, contro 2,8 milioni del 2007. Nel lasso di tempo considerato le bonifiche effettuate hanno prodotto complessivamente una riduzione pari al 27% dovuta alle operazioni di bonifica attraverso rimozioni, demolizioni e, in piccolissima parte, incapsulamenti del materiale.

Per chi volesse approfondire, gli atti del convegno del 5 maggio 2016 sono pubblicati sui siti della del Centro di cultura e prevenzione http://www.lavoroeformazioneincomune.it/centro-cultura-prevenzione-luoghi-lavoro-vita/ e della Consulta interassociativa italiana per la prevenzione (Ciip) http://www.ciip-consulta.it/

Interessanti anche i dati pubblicati da Arpa Lombardia all’indirizzo http://ita.arpalombardia.it/ita/settori/amianto/index.asp.

LODI, 6 novembre 2015. Il punto su prevenzione infortuni e malattie professionali in un convegno

Organizzato da Inail, Osservatorio Lavoro Salute e Sicurezza di Lodi, Als di Lodi – Regione Lombardia e Camera di Commercio di Lodi, il convegno metterà a fuoco quali siano le prospettive degli infortuni e delle malattie professionali nel Lodigiano.
L’appuntamento è per le ore 9.00 presso la sede della Camera di Commercio in via Haussmann, 15 a Lodi, i lavori termineranno alle 13.30.
Alla tavola rotonda delle 11.45, in qualità di referente della rete degli Rls territoriali per la zona di Lodi parteciperà l’associazione Asle-Rlst, che porterà il proprio contributo grazie anche alle potenzialità del gestionale in uso. Il programma consente agli Rlst di Asle di inserire i dati relativi alle visite effettuate sui luoghi di lavoro, che permettono una lettura degli eventuali rischi di infortuni o malattie professionali presenti nei cantieri edili del territorio dal punto di vista dei Rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori.
La tavola rotonda vedrà la partecipazione di tutti gli enti preposti alla tutela e salvaguardia della Salute e della Prevenzione nei luoghi di lavoro: Direzione Territoriale del Lavoro, INAIL, rappresentanti delle Associazioni e della Pariteticità dei settori Industria, Costruzioni, Agricoltura, Commercio e Servizi, oltre ai rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, degli Ordini e Albi Professionali, della rete degli Rspp.
Presenzieranno l’evento Pierfrancesco Cecchi della Giunta Camerale di Lodi, Fabio Russo, Direttore generale Asl di Lodi, Maria Aurelia Lavore, Direttore INAIL Lodi-Pavia, Simone Uggetti, Sindaco di Lodi e Presidente della Conferenza dei Sindaci ASL.
Tre gli approfondimenti monografici in programma, per i settori agricoltura, costruzioni e infortuni su strada. Sarà inoltre illustrato il primo consuntivo del piano straordinario EXPO.

MODELLI ORGANIZZATIVI PER LA TUTELA DELLA SALUTE IN EDILIZIA: RUOLO DELLA BILATERALITA’

E’ il titolo del seminario internazionale di studi che si terrà giovedì 27 ottobre 2011 a Bergamo presso l’Auditorium del Seminario Arcivescovile “Giovanni XIII” in via dell’Arena, 11.
La giornata di studio patrocinata da Ministero del Lavoro e Politiche sociali, Regione Lombardia e Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome è promossa dal Comitato Paritetico Territoriale (Cpt) e dal Cpta di Bergamo con la società Tsl servizi e vanta il paternariato di Regione Lombardia Asl Bergamo insieme con: Comitato nazionale Comitati paritetici territoriali (Cncpt), Coordinamento patronati della provincia di Bergamo, CTP Roma, Edilcassa Basilicata, Fondazione Irccs “Cà Granda” di Milano, Inail, Società Italiana Mdicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII), Snop di Bari, Ambiente e Sicurezza, quindicinale del gruppo ilsole24ore, Bongiorno Antinfortunistica.
Il seminario sarà l’occasione per verificare lo stato dell’arte e le criticità nella tutela della salute dei lavoratori edili presentati attraverso contributi nazionali e internazionali delle società scientifiche, degli enti Istituzionali, dei ricercatori, dei patronati, degli enti bilateriali, e integrati con i risultati delle recenti scoperte scientifiche in campo ergonomico ed epidemiologico.
Il seminario valido per i crediti ECM è rivolto, in particolare, a medici, infermieri, tecnici della prevenzione e assistenti sanitari, prevede tre sessioni di studio con una tavola rotonda pomeridiana. “I rischi professioanli ne settore edile – si legge nella presentazione all’evento – sono rimasti a lungo, e per troppo tempo, focalizzati solo sull’aspetto infortunistico. In anni recenti, l’implementazione della sorveglianza sanitaria, anche ad opera degli Enti bilaterali, la ricerca, l’iniziativa degli Enti di vigilanza, dell’Inail, dell’Inps, e dei Patronati ha fatto emergere un quadro epidemiologico di elevata incidenza di malattie professionali nel settore, in particolare di malattie dell’apparato muscolo-schelettrico, comportanti disabilità di diverso grado, anche importanti“.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito internet www.saluteinedilizia.it.

IN EDILIZIA CARICHI DI LAVORO OLTRE LA MEDIA: + 68% PER IL MANOVALE

Gli esiti della ricerca documentano per molte delle attività analizzate il superamento della soglia di accettabilità. In particolare il superamento è del 44% per l’attività di tracciatura, del 57% per la demolizione e del 68% per la mansione di manovale. Ascolta l’intervista all’equipe medica accedendo all’area dedicata.

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