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Chiedere il Rlst di Asle è facile, ecco come fare

Operativi sul territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza e relative province, i Rlst di Asle sono a disposizione per tutte quelle imprese dove non è stato eletto o designato il Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori aziendale (Rls).

Per ottenere l’assistenza di un Rlst di Asle bisogna collegarsi al sito www.asle-rlst.it, cliccare su “Modulistica” e fare il download dei degli appositi moduli di richiesta:

lettera di incarico Rlst di Asle
• lettera di incarico apertura cantiere
Occorre compilare entrambi i moduli con le informazioni richieste, riempiendo tutti i campi.

La lettera d’incarico Rlst di Asle è la richiesta da parte dell’azienda del servizio Rlst di Asle.

Va compilata su carta intestata dell’impresa scrivente e indirizzata tramite raccomandata alla sede dell’Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza, via Newton, 3 – 20148 Milano.

Per questa comunicazione si possono utilizzare anche l’indirizzo di posta elettronica certificata

info@pec.asle.it e l’indirizzo e-mail info@asle.it, oppure il fax al numero 02.48707068.

È importante che sulla lettera d’incarico Rlst di Asle siano ben visibili le firme di tutti i lavoratori, i quali saranno così informati del fatto che il loro Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori sarà un Rlst di Asle, ovvero un Rls territoriale messo a disposizione dall’Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

La lettera d’incarico Rlst di Asle va conservata con la risposta su carta intestata che gli uffici Asle-Rlst inviano all’azienda, per documentare l’avvenuto inserimento nel data base di Asle-Rlst del nominativo aziendale. In questo modo

quando non si conosce ancora il nominativo del Rlst competente per territorio per un determinato cantiere, sul Pos, nell’apposito spazio dedicato al rappresentante per la sicurezza dei lavoratori, l’impresa potrà scrivere semplicemente “Asle-Rlst” ed, eventualmente, esibirà la lettera di incarico Rlst di Asle con la risposta ricevuta dagli uffici dell’Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza all’atto dell’iscrizione.

La lettera di incarico apertura cantiere è la comunicazione a Asle-Rlst dell’apertura di un cantiere da parte dell’impresa. Va compilata per ogni nuovo cantiere e trasmessa alla sede dell’Associazione al numero 02.48707068 oppure all’indirizzo e-mail info@asle.it. Fare la comunicazione di apertura cantiere è importante perché solo così si attiva la procedura operativa per far sì che il Rlst competente per territorio contatti l’impresa. Fissando l’appuntamento, nel giorno prestabilito il Rlst di Asle potrà, così, verificare la situazione sicurezza del cantiere stesso e visionare la documentazione relativa.

Attenzione, anche questa lettera va compilata su carta intestata dell’impresa richiedente e deve contenere l’indicazione precisa dell’indirizzo del nuovo cantiere e il nominativo con numero telefonico di un referente o di un responsabile dell’impresa per il cantiere in oggetto.

La comunicazione di apertura cantiere va fatta per ogni nuovo cantiere e trasmessa alla sede Asle-Rlst dieci giorni prima dell’apertura del cantiere, come previsto dall’art. 100 comma 4, del D.Lgs 81/08.

In questo modo il contatto da parte del Rlst di Asle per la definizione dell’appuntamento di prima visita sarà tempestivo e sicuro.

Occasione da non perdere il bando formazione Inail per medie, piccole e micro imprese. C’è tempo fino al 10 giugno 2016 per iscriversi

Prorogata al 10 giugno la data di scadenza per la partecipazione al bando Inail per il finanziamento di progetti formativi dedicati alle piccole, medie e micro imprese. La proroga è stata pubblicata in data 15 aprile 2016 sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, Parte prima, Serie generale n. 88.

Il termine di presentazione delle domande è stato posticipato alle ore 13 del 10 giugno 2016.

A disposizione ci sono complessivi 14.589.896 Euro, desinati con decreto interministeriale 17 dicembre 2009 del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. I soggetti destinatari della campagna di formazione sono: i datori di lavoro delle piccole, medie e micro imprese, i piccoli imprenditori di cui all’art. 2083 del codice civile, i lavoratori, compresi quelli stagionali, delle piccole, medie e microimprese, i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls o Rlst) delle piccole, medie e micro imprese e i componenti dell’impresa familiare: soggetti individuati ex art. 21 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i.

L’obiettivo è quello di finanziare una campagna nazionale di rafforzamento della formazione prevista dalla legislazione vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, destinata alle piccole, medie e micro imprese con risorse economiche traferite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Da un’indagine EU-OSHA emerge che i dipendenti delle aziende più piccole sono soggetti a maggiori rischi rispetto ai dipendenti delle grandi imprese, e che le realtà più piccole incontrano maggiori difficoltà a controllare i rischi. Diversi studi inclusa l’indagine europea di EU-OSHA sulle imprese e i nuovi ed emergenti rischi (ESENER), mostrano che le difficoltà nella gestione della sicurezza e salute sul lavoro sono particolarmente rilevanti quanto più è ridotta la dimensione dell’impresa. Il fenomeno può essere attribuito a specificità tipiche delle piccole imprese come le caratteristiche strutturali ed organizzative del lavoro, la posizione economica, i comportamenti e le competenze dei proprietari e dei lavoratori in ordine alla salute e sicurezza sul lavoro.

Il Bando Inail rappresenta, dunque, un’occasione da non perdere. L’iniziativa, infatti è dedicata al finanziamento di progetti formativi specificatamente dedicati alle piccole, medie e micro imprese in attuazione dell’art. 11, comma 1,lettera b) del D.Lgs 81/08 e s.m.i.

Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica dcprevenzione@inail.it, oppure  consultare il sito www.inail.it alla pagina web https://www.inail.it/cs/internet/attivita/prevenzione-e-sicurezza/agevolazioni-e-finanziamenti/incentivi-alle-imprese/bando-per-la-formazione.html


Rischi da lavori edili in spazio pubblico: interferenze e viabilità

La mancata gestione delle interferenze dei cantieri nel contesto urbano e viabilistico è fonte di incidenti e infortuni. La causa di tutto ciò sono le inadempienze che stanno all’origine del fenomeno. Ci preme qui richiamare, in ogni caso, gli aspetti principali da valutare in sede di elaborazione di un Piano di Sicurezza e Coordinamento (Psc) e di un Piano operativo di sicurezza (POS), soprattutto in considerazione del fatto che per lavori di recupero del costruito e di manutenzione straordinaria, le aree di cantiere risultano molto ridotte e spesso con elevate difficoltà nella gestione degli approvvigionamenti di materiali. Ne deriva un alto grado di interferenza con la viabilità stradale e gli spazi adiacenti, in un contesto in cui si evidenziano gravi carenze nelle procedure di carico e scarico e nella cartellonistica segnaletica. La strada, infatti, spesso è anche l’area di cantiere. Il ricorso a macchine operatrici, muletti, autobetoniere, carrelli elevatori, che nella movimentazione dei carichi sostituiscono le gru, pone seri problemi nella gestione delle interferenze e nella prevenzione dei rischi infortuni. Tre i casi su cui occorre puntare l’attenzione: la movimentazione dei carichi con macchine e attrezzature; gli spazi di manovra e la necessità delle segnalazioni; i fabbricati adiacenti, cortili, condomini e pedoni.

Movimentazione dei carichi con macchine e attrezzature

Quando la breve durata degli interventi edilizi o l’indisponibilità dell’area per l’alloggiamento di una gru o per deposito materiali non ci permettono di considerare adeguato il ricorso a tradizionali macchine operatrici di movimentazione dei carichi, è utile valutare attentamente le opportune alternative. Le attrezzature più utilizzate sono in gran parte costituite da auto scale, argani e paranchi, elettrici o manuali, e macchine come il carrello elevatore. Su argani e paranchi si veda l’Elmetto giallo n. 7 http://www.lelmettogiallo.it/riviste/numero-07/arganello-ecco-come-usarlo-in-sicurezza/, mentre qui preme evidenziare le possibili interferenze con le proprietà sottostanti al livello di installazione di queste attrezzature.

Dovuta è la comunicazione all’amministratore condominiale della tipologia di lavori che si andranno ad eseguire, è inoltre indispensabile informare direttamente i condomini interessati dallo spazio di carico e scarico dei materiali e stabilire degli orari per effettuare le operazioni. Infine occorre sorvegliare scrupolosamente la movimentazione dei carichi necessariamente a ridosso di finestre e balconi. Allo scopo è bene prevedere la presenza di un operaio a terra, in area transennata e segnalata, addetto a ricevere o a imbracare il carico. Indispensabile anche un addetto alla manovra dell’argano nella zona di lavoro.

Gli spazi di manovra e la necessità delle segnalazioni

L’utilizzo su suolo pubblico del carrello elevatore o di macchine operatrici come autobetoniere e autopompe impone di considerare obbligatoriamente l’occupazione temporanea di una strada o la sua momentanea chiusura. Non esistono operazioni, anche temporaneamente brevi, che possono esser svolte in deroga. In relazione a ciò seguono tutte le disposizioni previste dal Codice della Strada e dal Regolamento di Polizia Urbana che garantiscono la tutela della viabilità veicolare e ciclopedonale.

In altre parole in questi casi per prevenire i rischi occorre eseguire alcune operazioni:

verificare gli spazi di manovra, i passi carrai e pedonali e la presenza di plessi scolastici o pubblici nelle vicinanze
valutare i livelli di rumorosità e degli scarichi inquinanti delle macchine operatrici in riferimento al luogo e all’esiguità degli spazi
attrezzare l’area con processi di abbattimento delle polveri
pulire sempre gli spazi utilizzati
utilizzare in modo adeguato e scrupoloso la cartellonistica segnaletica per indicare la presenza dei lavori in esecuzione e le situazioni di pericolo
attivare i dispositivi per l’illuminazione notturna, ed eventuali semafori
ricorrere, nelle vie a careggiata ridotta, ai movieri e a un coordinamento tra gli autisti dei mezzi pesanti e il preposto di cantiere
Fabbricati adiacenti, cortili, condomini e pedoni

Non di rado capita di constatare interferenze critiche tra un cantiere e gli edifici adiacenti, i condomini che attraversano aree cortilizie non protette o i pedoni che sui marciapiedi si vedono investiti di polveri e calcinacci. Per prevenire qualsiasi rischio occorre impedire ogni accesso ai luoghi di lavoro predisponendo appositi percorsi protetti e separati dalle lavorazioni. Gli eventuali teli dei ponteggi, su strada o sugli androni di accesso, devono essere opportunamente risvoltati al primo livello, in quanto le tavole da ponteggio e i ripiani metallici non sono a tenuta. La segnaletica deve inequivocabilmente essere chiara, ripetuta in prossimità delle zone di lavoro, per impedire l’accesso ai non addetti. La movimentazione dei carichi con la gru non deve essere assolutamente eseguita transitando i carichi su altre proprietà, né sopra le coperture dei tetti, soprattutto se esse sono abitate in sottotetto. Occorre prevedere ed utilizzare le adeguate protezioni sulle linee di transito dei materiali. Qualora l’accesso di terzi all’area di cantiere sia previsto, esso va regolamentato e va attuata una preventiva informazione sulle attività in corso.

Indicazioni per una valutazione delle verifiche strutturali di edifici

Dedicato alle microimprese, spesso oberate dagli adempimenti burocratici e di documentazione che interferiscono con il lavoro di organizzazione in cantiere fagocitando le risorse a disposizione.
Direttamente dall’osservazione e dall’esperienza degli Rlst di Asle sul territorio ecco alcuni accorgimenti da seguire per meglio tutelare la sicurezza dei lavoratori in ambiente di lavoro, soprattutto quando si opera per le opere di restauro, di risanamento conservativo, di manutenzione straordinaria e ristrutturazione.

Ecco come fare per agire in sicurezza
Il recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare dei beni artistici e architettonici, comporta tutta una serie di valutazioni sui corpi di fabbrica da restaurare che sono necessariamente preliminari alla definizione delle metodiche di intervento. Contestualmente alla individuazione degli interventi di messa in sicurezza, si deve condurre una campagna diagnostica finalizzata all’ approfondimento delle informazioni strutturali desunte sulla base dei rilievi effettuati. Per quanto attiene alle metodologie di indagine da eseguire sugli edifici vanno selezionate alcune prove in grado di caratterizzare le tipologie degli elementi strutturali principali, le loro caratteristiche meccaniche e chimico fisiche, la presenza di discontinuità strutturali e/o di vuoti.

Rilevamento diagnostico strutturale
Al fine di individuare la tensione locale di compressione e le caratteristiche di resistenza a rottura e deformabilità delle murature nelle zone ritenute più significative si possono effettuare prove con martinetti piatti, singoli e doppi.
Con lo scopo invece di definire la tipologia della sezione muraria si può ricorrere a indagini endoscopiche, carotaggi o piccole brecce, eventualmente accoppiate a prove soniche, meno invasive ed in alternativa alle precedenti, visto che con la misura delle velocità di propagazione delle onde meccaniche è possibile indagare le caratteristiche delle murature evidenziando l’eventuale presenza dl cavità o lesioni interne.
In presenza di strutture in cemento armato con uno sclerometro manuale o elettronico si possono condurre indagini sui calcestruzzi finalizzate alla determinazione della resistenza a compressione del cls e della durezza superficiale del getto. Le indagini ultrasoniche dirette servono invece per evidenziare microfessure, bolle d’aria, discontinuità, danni provocati dal gelo, inclusione di corpi estranei mentre quelle pacometriche vengono condotte per la rilevazione dei ferri d’armatura e del loro diametro.

Relazione tecnica preliminare
A seguito di una valutazione sulle tipologie di prove da condurre sulle strutture esistenti per evidenziare le caratteristiche dei materiali, analizzati i risultati, andrà redatta una relazione tecnica che se da una parte definirà una puntuale descrizione dei lavori di consolidamento, restauro o risanamento conservativo, da eseguire, dall’altra fornirà le indicazioni specifiche per pianificare la sicurezza, opere provvisionali, ponteggi anche strutturali, procedure di rinforzo e sostituzione di elementi portanti con l’ausilio di attrezzature, demolizioni parziali controllate e tecniche di rimozione con puntellamenti d’opera. Risulta evidente che in fase esecutiva potrebbero riscontrarsi variabili significative in ragione di situazioni difficilmente prevedibili nella loro complessità che, a quel punto, andrebbero attentamente monitorate aggiornando di volta in volta anche le procedure di sicurezza.

Demolizioni: quello che c’è da sapere

Le demolizioni non sono attività standardizzabili. Il momento della demolizione deve essere considerato come un processo costituito da una successione di operazioni ad ognuna delle quali corrisponde un particolare schema statico. Da alcuni anni i processi di demolizione delle opere sono stati oggetto di fasi evolutive che ne hanno investito sia la scientificità delle procedure che le tecnologie esecutive.
L’assenza di un piano preordinato di demolizione e l’affidamento delle possibili problematiche al solo intuito dell’operatore o del capocantiere ha spesso dato luogo a situazioni impreviste che avrebbero potuto essere evitate con una approfondita analisi delle caratteristiche dell’opera o delle sue parti.
La cultura tecnica corrente ha sino ad oggi ritenuto la demolizione un evento accessorio e marginale rispetto alla costruzione di un’opera, relegando le tecniche specifiche operative in un quadro artigianale senza alcuna specificità professionale. Demolizioni totali o parziali venivano condotte spesso con mezzi inadeguati e, di frequente, in dispregio di ogni norma e salvaguardia della sicurezza.
Nonostante la normativa di riferimento i processi messi in atto per le demolizioni sono estremamente liberi, affidati unicamente alla preparazione e alla sensibilità degli operatori.
E’ importante rendersi conto della grande differenza esistente tra una demolizione parziale o comunque controllata e l’abbattimento totale.
Nel primo caso è necessario non solo un maggior impegno di mano d’opera, ma anche un coinvolgimento diretto del personale all’interno della struttura da demolire: ne consegue quindi una serie di rischi per i lavoratori.
Alcuni aspetti secondari del comportamento strutturale dell’edificio, che talvolta possono rimanere latenti nella comune conoscenza di un progettista edile, possono infatti riaffiorare come veri e propri problemi, con relativi gravi rischi, nella progettazione di un intervento complesso di recupero.

La scelta del guardacorpo

Le tipologie di montanti guardacorpo si contraddistinguono per il profilo e per il tipo di ancoraggio all’edificio. I guardacorpo, infatti, possono essere ancorati ai bordi delle solette, alle falde di copertura o alle pareti, piuttosto che ad altri elementi dell’edifico.
Se da un lato questo tipo di parapetti provvisori prefabbricati si distingue per praticità e versatilità d’impiego, dall’altro il suo utilizzo per una buona fruizione in sicurezza richiede un’accurata scelta del modello in relazione alle condizioni di stabilità e resistenza della struttura alla quale il parapetto deve essere ancorato. Non esiste infatti un modello universale che va bene per ogni situazione, ma occorre saper scegliere in funzione della sicurezza e protezione per evitare il rischio di caduta dall’alto. In questo senso si raccomanda professionalità ed esperienza alla persona che deve effettuare la scelta e l’installazione dell’attrezzatura.
Per effettuare la giusta scelta un aiuto possono darlo le Linee Guida ISPSEL “Linee guida per la scelta, l’uso e la manutenzione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi, parapetti provvisori, reti di protezione sistemi combinati” del 2006. Nel caso di fissaggio a strutture esistenti, queste saranno elementi monolitici orizzontali o inclinati, oppure elementi piani orizzontali o inclinati.
Il sistema di fissaggio dipenderà dai materiali che costituiscono la struttura di ancoraggio: elementi in cls prefabbricati o gettati in opera, elementi in acciaio o in legname. In particolare nella classificazione secondo i materiali costituenti la struttura di ancoraggio, questi vengono distinti in elementi in calcestruzzo armato che devono essere agganciati con ganascia, con piastra a perdere di tipo verticale o inclinata, universale a vite. Ci sono poi gli elementi strutturali in legno per i quali va utilizzato un tipo diverso di fissaggio: laterale o frontale.
FONTE: Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011

La scelta del guardacorpo è importante, ecco alcuni consigli per non sbagliare

Le tipologie di montanti guardacorpo si contraddistinguono per il profilo e per il tipo di ancoraggio all’edificio. I guardacorpo, infatti, possono essere ancorati ai bordi delle solette, alle falde di copertura o alle pareti, piuttosto che ad altri elementi dell’edifico.
Se da un lato questo tipo di parapetti provvisori prefabbricati si distingue per praticità e versatilità d’impiego, dall’altro il suo utilizzo per una buona fruizione in sicurezza richiede un’accurata scelta del modello in relazione alle condizioni di stabilità e resistenza della struttura alla quale il parapetto deve essere ancorato. Non esiste infatti un modello universale che va bene per ogni situazione, ma occorre saper scegliere in funzione della sicurezza e protezione per evitare il rischio di caduta dall’alto. In questo senso si raccomanda professionalità ed esperienza alla persona che deve effettuare la scelta e l’installazione dell’attrezzatura.
Per effettuare la giusta scelta un aiuto possono darlo le Linee Guida ISPSEL “Linee guida per la scelta, l’uso e la manutenzione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi, parapetti provvisori, reti di protezione sistemi combinati” del 2006. Nel caso di fissaggio a strutture esistenti, queste saranno elementi monolitici orizzontali o inclinati, oppure elementi piani orizzontali o inclinati.
Il sistema di fissaggio dipenderà dai materiali che costituiscono la struttura di ancoraggio: elementi in cls prefabbricati o gettati in opera, elementi in acciaio o in legname. In particolare nella classificazione secondo i materiali costituenti la struttura di ancoraggio, questi vengono distinti in elementi in calcestruzzo armato che devono essere agganciati con ganascia, con piastra a perdere di tipo verticale o inclinata, universale a vite. Ci sono poi gli elementi strutturali in legno per i quali va utilizzato un tipo diverso di fissaggio: laterale o frontale.
FONTE: Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011

MICROIMPRESE: DA GENNAIO 2013 VIA ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI CON LE PROCEDURE STANDARDIZZATE

Termina il 31 dicembre 2012 la prassi dell’autocertificazione.
Per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) le microimprese dovranno utilizzare le Procedure standardizzate, approvate il 16 maggio 2012 dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro istituita presso Ministero del Lavoro. A dirlo è la legge n. 101 del 12 luglio 2012 che ha trasformato in legge il Decreto Legge n. 57 del 12 maggio 2012 dal titolo Disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese, in cui si procrastinava il termine di entrata in vigore delle procedure, non oltre il 31 dicembre 2012 appunto, e si introducevano modifiche all’art. 29, comma 5 del D.Lgs. 81/08.
A partire dal 2013, dunque, anche le microimprese dovranno attrezzarsi per redigere il Documento di Valutazione dei Rischi. Si tratterà, comunque, di un documento specifico per microimprese come previsto dall’art. 6, comma 8, lettera f) del D.Lgs 81/08 dove si parla di procedure standardizzate. Dunque, nelle aziende che occupano fino a 10 lavoratori, i datori di lavoro per redigere il documento dovranno scrupolosamente attenersi alle procedure approvate dalla Commissione consultiva permanente per la Salute e la Sicurezza sul lavoro che saranno successivamente acquisite attraverso un decreto interministeriale, già in preparazione, nonappena sarà disponibile il parere della Conferenza Stato Regioni.
Intanto le modifiche apportate dalla Legge 101 del 12 luglio 2012 prevedono che la possibilità di presentare l’autocertificazione dei rischi termini il “terzo mese successivo alla data di entrata in vigore delle procedure standardizzate, e comunque non oltre il 31 dicembre 2012”.

NOVITA’ NORMATIVA PER GLI APPALTI

Circolare ministeriale 5/2011
Pubblichiamo il documento del Ministero del Lavoro firmato del Ministro Maurizio Sacconi in data 11 febbraio 2011. Sarà certamente utile agli operatori del settore edile. La circolare, infatti, fa una ricognizione delle principali problematiche in materia di appalti con riferimenti alla normativa vigente in merito alla sicurezza. Per consultare il testo è possibile scaricare il file direttamente da questo sito.

PIU’ PREVENZIONE CON L’AIUTO DELL’INAIL, UN FONDO DI 60 MILIONI DI EURO

Un finanziamento a fondo perduto per sessanta milioni di euro dedicato alle imprese che investono in  sicurezza. E’ questa la cifra che l’Inail mette a disposizione per tutte le aziende – anche quelle individuali – iscritte alla camera di commercio, che fanno della prevenzione una delle loro priorità d’intervento.
Lo stanziamento verrà ripartito in budget regionali, in funzione del numero di addetti e dell’andamento infortunistico di ciascun territorio. In quest’ottica — si legge nel comunicato pubblicato il 22 ottobre sul sito internet dell’Inail — i sessanta milioni di incentivi si definiscono come un atto di intervento immediato per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in attesa che il perfezionamento dell’accordo con le parti sociali renda utilizzabili le ulteriori risorse già messe a disposizione dal ministero del Lavoro. E’ intenzione dell’Istituto incrementare ulteriormente le risorse a disposizione delle imprese fino a 100 milioni di euro.
A COSA SERVE IL FONDO I sessanta milioni di euro saranno disponibili per progetti di investimento volti al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, alla formazione, alla sperimentazione di soluzioni innovative e di strumenti di natura organizzativa ispirati alla responsabilità sociale delle imprese.
COME FARE Dal sito internet dell’Inail alla sezione “Punto Cliente” le imprese interessate possono accedere ai singoli bandi regionali per inserire i dati anagrafici dell’impresa e i particolari relativi al proprio progetto. Solo con il superamento di un punteggio soglia complessivo sarà possibile la compilazione della domanda online.
La procedura per attivare l’iscrizione sarà attiva dopo la pubblicazione dell’avviso sulla Gazzetta ufficiale.

Fonte Inail

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